(foto dalla pagina Facebook di Renato Soru)

l'intervista

Soru: “È Todde la terza incomoda. Pronto a prendere i voti del Partito sardo d'azione”

Luca Roberto

Parla l'ex governatore, in corsa alle regionali: "Io alternativo alla destra e ai grillini. Il voto disgiunto potrà premiarmi. Il Pd? Ha sacrificato l'isola a un esperimento fallimentare"

Io il terzo incomodo? No, in Sardegna il terzo e quarto incomodo sono stati Conte e Schlein”. Eppure, presidente Soru, Alessandra Todde la accusa di essere il più grande sponsor di Giorgia Meloni. Dice che un voto per lei è un voto per Truzzu. “E’ disperata, non sa più cosa dire. Ma la verità è che in Sardegna il centrosinistra non si è presentato alle elezioni. Ha scelto di tentare sulla nostra pelle, sulla pelle dei sardi usati come cavie, un esperimento, quello del campo largo, nato già morto. Io sono l’unica vera alternativa alla destra e al grillismo”. E quindi l’ex governatore Renato Soru parlando col Foglio rispedisce al mittente le accuse di essere l’artefice dell’eventuale vittoria nell’isola della coalizione che governa il paese: “La mia storia parla per me. Questa destra è pericolosa, sono loro stessi a definirsi fascisti. Sono dei totalitari. Hanno cambiato nome ma non i simboli e le ideologie. Conte mi accusa ma dovrebbe ricordarsi che è stato lui ad allearsi con la destra. E’ assurdo”. Eppure i sondaggi, sebbene non si possano più pubblicare, suggeriscono che la divisione nel centrosinistra potrebbe essere decisiva in caso di sconfitta: “Ma ripeto, i Cinque stelle non sono centrosinistra. E sono loro stessi a dirlo pubblicamente. In questi anni hanno umiliato la sinistra, a partire dal famoso confronto con Bersani. L’unica che crede davvero nell’alleanza è Elly Schlein. Che però così rischia di trasformare il Pd in una specie di nuovo Movimento cinque stelle”.

 

Ma guardiamo al centrodestra, che arriva all’appuntamento elettorale con evidenti lacerazioni interne. Secondo alcuni il Partito sardo d’azione, scottato dalla mancata riconferma di Christian Solinas, potrebbe farla pagare a Fratelli d’Italia, che ha imposto la candidatura di Truzzu. Lei potrebbe avvantaggiarsi dal voto disgiunto? Vorrebbe intercettare quei voti? “Senz’altro è possibile. Il voto disgiunto è un fenomeno che si è sempre visto alle regionali in Sardegna. Ne ho beneficiato anche in passato e in quest’elezione questa spinta potrebbe essere anche più forte. Anche la scorsa volta Solinas raccolse meno voti delle sue liste. Ma noi guardiamo principalmente alla vasta area di chi è intenzionato a non andare a votare, e cioè circa il 50 per cento dei sardi. Sono sconfortati, delusi, rassegnati rispetto alla possibilità di migliorare le loro condizioni di vita. Dobbiamo essere capaci di restituire loro i diritti, dalla sanità ai trasporti, che in questi anni sono stati negati”. Cos’altro la distingue dalla destra? “Praticamente tutto”, risponde Soru. “Sono contrario a questa idea del riportare tutto a Roma, del sovranismo e del centralismo romano. Credo agli Stati uniti d’Europa. Dobbiamo cedere sovranità verso l’alto. E poi trovo insopportabile che abusino dei media per venire in Sardegna a inquinare il nostro dibattito pubblico, che dovrebbe essere solo sardo. Le elezioni regionali sono il momento più alto. Mentre loro, Meloni & Co. vengono qui per un referendum su se stessi, per una verifica del loro potere. I sardi meritano di meglio”. Insomma, voi siete la via pragmatica contro l’ideologia? “La nostra è una scelta di valori solidi, che sono alternativi a quelli della destra e dei 5s. E di programmi per attuarli concretamente, questi valori. Per cercare di dare a quest’isola l’idea che non esista solo un futuro di povertà, bensì un nuovo modello di sviluppo: economico, sociale e ambientale”.

 

Truzzu la scorsa settimana ha dichiarato che non intitolerebbe una via alla memoria di Michele Murgia, considerandola una “totalitaria”. Lei lo farebbe? “E’ un problema che non mi sono posto. Occorrerà che passino degli anni per deciderlo. Ma certo è stata un’intellettuale importantissima per la nostra terra. E non è vero che ci ho discusso in passato. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. Diverse persone che si erano candidate con lei nel 2014 ora sono candidate con me. Un motivo ci sarà: l’interesse esclusivo per i sardi e le sarde”. Soru ha già deciso quale sarebbe il suo primo atto da presidente della regione: “Chiudere gli uffici della giunta nella bellissima Villa Devoto. Sono troppo slegati dal lavoro dell’amministrazione, con cui la giunta deve restare a contatto”. E se le chiedessimo di fare il gioco della torre: chi butta già tra Todde e Truzzu? “Nessuno. Andatevi a vedere una vecchia intervista alle Invasioni barbariche. Il focus era tutt’altro, ma risposi la stessa cosa”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.