La rivolta dei trattori

Coldiretti girevoli, ecco i passaggi dei funzionari di stato dal ministero all'associazione

Carmelo Caruso

Negli anni capi di gabinetto, direttori di Ismea e Agea hanno lasciato i loro ruoli al ministero dell'Agricoltura per ricoprire sempre più cariche in Coldiretti. Il ministro Lollobrigida difende il suo rapporto privilegiato

Ne seduce più Coldiretti che Don Giovanni. Ma cosa fa quest’associazione ai nostri funzionari di stato, quale filtro magico fa bere ai dirigenti del ministero dell’Agricoltura, ai politici? E’ l’altra transumanza: dalla scrivania alla fattoria. Di Coldiretti. Il 6 febbraio ha lasciato il Masaf, il consigliere del ministro Lollobrigida, Giuseppe Ambrosio. Ad aprile assumerà la carica di consigliere per gli affari legali di Cai, i Consorzi agrari d’Italia, una stella del cielo Coldiretti di cui fa parte un gigante, la società Bonifiche Ferraresi (Bf). E’ un’altra impresa agricola che aderisce a Coldiretti. C’è un catalogo di innamorati Coldiretti e ora c’è pure un video in difesa di questo affetto stabile. E’ un video del ministro Lollobrigida, lo ha girato al ministero, per replicare a quelli tristi del loro amor: “Mi dicono che sono il ministro di Coldiretti e io penso che sia un vanto avere un buon rapporto con le associazioni agricole in particolare con una (…) Coldiretti di idee importanti me ne ha date. A cominciare dalla sovranità alimentare. Io ho preso degli impegni e intendo mantenerli”. Lo farà. Glieli ricorderà  il suo capo di gabinetto, Raffaele Borriello, bravissimo, che lavorava a Coldiretti perché Coldiretti se serve dice sì alle scappatelle.


Una controparte si può battere o si può sedurre. Coldiretti strega. Il passaggio dal pubblico al privato viene chiamato fenomeno delle porte girevoli. In questo caso sarebbero “Coldiretti girevoli”. C’è una legge che regola questo scambio, pantouflage, che in molti casi può essere virtuoso se non genera, spiegano i dottori del diritto, “fratellanze irregolari”. La cosa strana è che questi passaggi riguardano il ministero dell’Agricoltura e una sola associazione. Coldiretti. Per la norma  i dipendenti che negli ultimi tre anni di servizio hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali, per conto di pubbliche amministrazioni (…), non possono svolgere, nei tre successivi attività presso soggetti privati”. Tre anni di raffreddamento, insomma. Dipende molto dalla natura del privato. Ma cos’è Coldiretti? Sulla carta è un’associazione ma per sapienza e astuzia del segretario generale, Vincenzo Gesmundo (in Coldiretti si dice “i presidenti passano, Gesmundo resta”. E’ nella stessa posizione dal 1998) Coldiretti è ormai una holding che scappa di mano come il sapone. Borriello è, ad esempio, uno che apre e chiude le porte ministero-Coldiretti come al “Grand Budapest Hotel”. Nel 2020 era a Ismea (Istituto che dipende dal ministero dell’Agricoltura) e nel 2018 era già stato capo di gabinetto della ex ministra Teresa Bellanova. Subito dopo è andato a Coldiretti, a ricoprire la prestigiosa carica di capo del legislativo. A settembre 2023 ha fatto ritorno al ministero, come capo di gabinetto di Lollobrigida. In passato, Ezio Castiglione, altro capo di gabinetto dell’ex ministro all’Agricoltura, De Castro, era entrato in Coldiretti (capo area economica sindacale) per poi fare ritorno nel pubblico. Venne nominato presidente Ismea. L’ultimo, il più recente dei passaggi, è Ambrosio. Nel 1989 era stato nominato direttore generale del ministero della Marina, dal ministro Giovanni Pradini, e oggi finisce a Cai, i consorzi a traino di Coldiretti, associazione presieduta da Ettore Prandini, il figlio di Giovanni. I Consorzi agrari sono dislocati in undici regioni e servono come centrale acquisti delle aziende agricole. Ci si iscrive ai consorzi agrari ma i consorzi agrari sono modellati, e guidati nei territori, da tesserati Coldiretti. Un altro ex capo di gabinetto del ministero dell’Agricoltura passato a Coldiretti è Ferdinando Ferrara. Era al fianco della ex ministra dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo. Successivamente, Ferrara è stato nominato capo dipartimento Politiche di coesione, nel governo Draghi. Nel 2022 è entrato in Coldiretti per poi fare ritorno nella Pa, alla Scuola Nazionale dell’amministrazione. Ancora uno. E’ Gabriele Pagliardini, ex direttore di Agea (agenzia di stato che eroga sussidi in agricoltura) pure lui entrato in Cai. Nel catalogo della Don Juan-Coldiretti compare Francesco Giardina. E’ il direttore Bio dell’associazione ma nel 2017 era capo della segreteria tecnica e consigliere dell’ex ministro dell’Agricoltura, del Pd, Maurizio Martina. Un ulteriore è Alessandro Apolito adesso capo servizio tecnico presidenza e segreteria generale Coldiretti. Fino al 2020 lavorava al ministero dell’Agricoltura, chiamato sempre da Martina, che lo aveva indicato direttore delle politiche di Filiera. Di Filiere, Coldiretti ne vanta per statuto una. E’ la fondazione Filiera Italia che certifica i prodotti di qualità. E’ l’altro braccio di Coldiretti. Il presidente di Filiera Italia è l’ex ministro dell’Agricoltura, Paolo De Castro, oggi europarlamentare del Pd mentre il vicepresidente è Prandini di Coldiretti. Il consigliere delegato per le grandi imprese di Filiera Italia è Gesmundo, il segretario di Coldiretti. Un’altra vecchia gloria, l’ex ministro Pecoraro Scanio, siede nel comitato scientifico di Fondazione Campagna Amica che è naturalmente fondazione di Coldiretti. E’ chiaro che l’ultimo che hanno puntato è Lollobrigida perché Coldiretti, come Don Giovanni, ama “nella bionda l’usanza; nella bruna, la costanza; nella bianca la dolcezza/ ma passion predominante è la giovin principiante”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio