il Governo e le proteste

La "Lollotassa". Il governo tassa pure i trattori fermi. E ora è corsa all'emendamento (per rimediare)

Carmelo Caruso

Da una parte il governo posticipa l'obbligo di revisione per mezzi vecchi da quarant'anni, dall'altra tassa pure i trattori che non circolano su strada. Il cortocircuito del ministro Lollobrigida

Di Lollobrigida ne abbiamo ora due: il ministro che proroga e il ministro che tassa. Uno allunga la vita ai trattori, l’altro li tassa da fermi. Che figura fa il ministro dell’Agricoltura, che vuole aiutare i contadini in marcia, se si viene a sapere che il governo li tassa da parcheggiati? Il decreto è del 13 dicembre 2023 e introduce l’obbligo d’assicurazione per tutti i mezzi agricoli indipendentemente dalla circolazione. Significa che chi possiede un piccolo trattore deve assicurarlo anche se non circola su strada. Per fortuna di Lollobrigida esiste l’altro Lollobrigida, quello che ha lottato per prorogare i termini di revisione per i mezzi immatricolati fino al 1983.  Tassare o prorogare? Amleto è salito sul trattore.


Esiste dunque una legge che è un magnifico cortocircuito tra diritto e propaganda, tra Lollo uno e Lollo due. Era dicembre e non era ancora iniziata la marcia dei trattori. Nessuno si è così accorto (eccetto la Confcommercio Mobilità) che il governo Meloni stava per tassare i trattori, pure quelli fermi nel capannone. Il decreto, il n. 290, ha recepito una direttiva europea che introduce novità per quanto riguarda l’assicurazione dei mezzi agricoli. In pratica, anche i piccoli mezzi, utilizzati esclusivamente nei campi, devono essere assicurati. Finora l’obbligo valeva solo per i trattori che circolavano su strada. Basta farsi un giro per le campagne. Il numero dei trattori non assicurati, stima sempre Confcommercio Mobilità, sarebbe pari a tre milioni di veicoli. Il legislatore, l’Europa, evidentemente non si fida molto dell’agricoltore (chi ci dice che poi non circola?) sicuramente meno di quanto si fida Lollobrigida dei suoi “Balanzone”, i suoi esperti.

La direttiva, adottata dal governo, è ora così estrema che si applica perfino ai rivenditori di macchine agricole. Pure coloro che le vendono, e le esibiscono su un piazzale, hanno il dovere di stipulare una polizza. A dirla per intero, la tassa sul trattore fermo è un problema che grava più sul ministero dei Trasporti, Salvini, se solo Lollobrigida, ansioso di dimostrare quanto abbia a cuore le istanze della Coldiretti,  non si fosse lanciato in un’altra battaglia da trattore. Una delle grandi piaghe agricole, inutile dire, sono le morti sul lavoro. Il ministro dell’Agricoltura si è giustamente vantato di aver destinato 90 milioni di euro per mezzi più moderni e sicuri perché – scriveva sempre Lollobrigida – “anche se fosse solo uno, gli incidenti sul lavoro sono sempre troppi. Se questi derivano dall’assenza di sostegno nella modernizzazione delle macchine, è ancora più grave”. Nel suo post social il ministro annunciava che per l’acquisto di nuove macchine, il governo ha destinato ben 90 milioni di euro. Non si può che applaudire se non fosse che lo stesso ministro si sia impegnato a prorogare ancora (ed è un’altra piaga agricola) l’obbligo di revisione dei mezzi.

 

Ogni anno in agricoltura, non importa che il governo cambi, si continua a prorogare questo “esame” per mezzi vecchi anche di quarant’anni. La proroga, manco a dirlo, è inserita nel dl Milleproroghe. E qui, il cortocircuito: non è in contraddizione un ministro che da una parte fa una giusta battaglia per avere mezzi moderni con un ministro che si batte per prorogare l’obbligo di revisione per quelli logori? E’ bastata una pecetta all’articolo 13 del dl Milleproroghe, una semplice locuzione che recita “alla lettera b) le parole 31 dicembre 2023 sono sostituite con le seguenti 31 dicembre 2024”, e la proroga si è fatta carne (sintetica). L’aspetto buffo, anzi, tragico, in questi casi è che c’è sempre un agricoltore scontento. La proroga copre i mezzi immatricolati fino al 1983, ma chi ha un trattore del 1982 (e ce ne sono) può essere dimenticato?  In soccorso di questa generazione di trattori (le motozappe esodate) sono già stati depositati emendamenti di governo (tra i firmatari un lealissimo di Lollobrigida, Marco Cerreto). Non è finita. Dal 2015 si va avanti con le proroghe tanto che chi vorrebbe farla, la  revisione, non potrebbe. Manca il decreto attuativo che stabilisce come. E ora veniamo alla “Lollotassa”, all’obbligo di assicurazione anche per i mezzi fermi. Lollobrigida sta correndo ai ripari.

Ci sono tre emendamenti che posticipano l’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo. Uno è a firma dell’intramontabile De Corato, colonna di FdI, un altro è di Squeri (FI), il terzo  è a firma M5s. Gli emendamenti dovrebbero passare e c’è da scommettere che il governo la venderà come una vittoria in nome dell’agricoltura sovrana di rombare. Ed è a suo modo geniale. Prima è stato approvato un decreto che tassa i trattori fermi, ora si corregge per poter dare la colpa all’Europa infame; l’anno prossimo si ripresenterà lo stesso problema. Ma cosa importa? Una volta si chiamava il gioco delle tre carte, ora è solo quello dei tre trattori.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio