Governo

La "Lollizzazione" di Lollobrigida. Ha recintato Ismea, Crea e Agea (vuole darle quasi 1 milione in più)

Carmelo Caruso

Il ministro dell'Agricoltura ha prima commissariato e ora sta procedendo alle nomine di due enti collegati. Il ruolo del suo capo di gabinetto Borriello

Il potere concima chi lo ha. Il ministro Lollobrigida annaffia, Fratelli d’Italia cresce. Siamo andati a vedere le più importanti nomine del ministro dell’Agricoltura nei suoi tre “lotti”, Crea, Ismea, Agea, rispettivamente un ente di ricerca, un istituto per il mercato agricolo, un’agenzia che eroga sussidi, e abbiamo scoperto che la pianta matura rigogliosa, con l’amore e le cure della Coldiretti. Al Crea, a presiederlo, sta per insediarsi, su proposta del ministro (martedì prossimo, alla Camera, la Commissione dà il parere) Andrea Rocchi, professore della Sapienza, un amico di vanga del ministro della Salute, Schillaci. All’Ismea, il rastrello lo maneggia adesso Livio Proietti, ex segretario provinciale dell’Msi a Roma, ex deputato di An. In Agea, c’è invece Fabio Vitale, per  cui il ministro stravede tanto da fargli spremere a freddo anche le olive della sua Subiaco. E’ un hortus conclusus. Neppure Giovanni Donzelli può rubare i fichi.


 Approfittando degli impegni del ministro Lollobrigida, ieri al Mimit, da fratello Adolfo Urso, per firmare il protocollo “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più”, un menù italico per bambini a dieci euro (se vi vede con l’hot dog vi sculaccia) abbiamo sbirciato oltre il recinto. E’ vero che fuori ci sono le proteste dei trattori, ma le rivolte, come ha spiegato il presidente di Coldiretti,  Prandini,  riguardano soprattutto Francia e Germania, “perché in Italia siamo riusciti ad aumentare la dotazione economica nell’ultima finanziaria. Noi ci dobbiamo concentrare a Bruxelles”. Trattori a parte, tutto questo consente a Lollobrigida, pollice verde, di far crescere la lattuga romana di FdI. Quando il ministro ha nominato  Raffaele Borriello suo capo di gabinetto ha scelto il miglior contadino possibile. Borriello, poco prima di prendersi cura dell’orto Lollo, è stato capo delle relazioni istituzionali di Coldiretti, ma prima ancora, e questo pochi lo ricordano, ha ricoperto l’incarico di direttore generale di Ismea, l’ente  che in agricoltura offre servizi informativi. Da che mondo è mondo chi lascia si permette di suggerire un possibile sostituto. Borriello, era il 2021, ha suggerito,  che non significa imporre (la nomina è politica) il nome di Maria Chiara Zaganelli. Ora  si sono ritrovati come ai vecchi tempi. In Ismea ne restava però uno che non amava il radicchio di Lollo. Era il presidente Frascarelli. In questi casi il buon agricoltore lavora di innesto. In politica si chiama “commissariamento”. A luglio l’Ismea è stata commissariata e al posto di Frascarelli è andato  Livio Proietti, a 170 mila euro l’anno, ex deputato di An. Dato che adesso la pianta è dritta perché non dare una spruzzata di fitofarmaci, un po’ di denaro per irrobustirla? Chi si occupa di agricoltura nei mesi scorsi è rimasto infatti sorpreso. All’interno del Milleproroghe, poi bocciato, era stato inserito un emendamento curioso, il 13.013. Riguardava le commissioni uniche nazionali. Sono commissioni che nel mondo agricolo e ittico monitorano le tendenze di mercato, i prezzi. E’ un servizio assicurato da “Borsa merci telematica italiana” ma nell’emendamento passava a Ismea che veniva dotata, a partire del 2024, di ulteriori 750 mila euro.  E’ andata male, ma l’agricoltore è testardo e non si esclude che possa riprovarci. Insieme a Ismea si è commissariato pure il Crea. E’ un ente di ricerca agrario. Sul commissariamento di entrambi gli enti ci sono perplessità. Tante. Si commissaria come estrema misura e per farlo serve una procedura che in questo caso non sembra essere stata seguita per intero. Ma in agricoltura, il contadino si sa che ha le mani callose. In Crea è stato nominato come commissario Mario Pezzotti, che è esterno all’amministrazione pubblica, tanto che il solito vicino d’orto dice: “Ma perdonami, mastro Don Lollualdo, ma non c’era nessuno interno che potevi mandare al posto del presidente che hai sollevato?”.  Pezzotti è un genetista, e il solito vicino si chiede: “Ma mastro Don Lollualdo, se ti serve uno che rimette a posto l’ente, insomma, un economista, perché hai scelto un genetista?”. E infatti il presidente sarà il professore Rocchi, direttore del Centro di ricerca ImpreSapiens. Sono docenti d’area che FdI è riuscita ad agganciare grazie all’ex rettore e oggi ministro Schillaci. Naturalmente a Rocchi servirà tempo per prendere in mano il badile. Il problema della lottizzazione, in questo caso la “lollizzazione” , è quasi sempre che si ricomincia  daccapo. Due mesi prima che il Crea venisse commissariato era stata varata  una norma. Veniva istituito un registro dei crediti di carbonio agroforestali, crediti destinati agli agricoltori che riducono CO2. Le linee guida non sono state emanate anche perché chi dovrebbe farlo attende di capire se i frutti li raccoglie un presidente o un altro. All’Agea, questo problema, a dire il vero, non si è verificato. E’ stato  nominato, a inizio legislatura, un dirigente come Fabio Vitale, ex Mise, Inps, uno che, da quanto raccontano Coldiretti e le veline, le note, “Lollo for dummies”, starebbe inondando l’Italia di sussidi. E alla fine non ci sarebbe nulla di inedito, se solo questa destra la smettesse con la storia delle “carte che ora diamo noi”, se solo la smettesse di volere giornalisti  che gli dicano “ma quanto siete bravi!”, se solo la smettesse di pensare che una critica, un sorriso di scherno debbano essere lavati con la prepotenza di ricino. Non ci sarebbe nulla di male se solo Meloni e Lollobrigida dicessero: “Cara Schlein, tu non puoi sapere quanto è  buono l’amichettismo nostro con le pere”.

Carmelo Caruso

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio