Lollo for dummies

Ecco la "velina" di Lollobrigida. Le proteste dei trattori? Causate dalle merci ucraine

Carmelo Caruso

In una nota interna il ministro dell'Agricoltura spiega le proteste europee e si incensa. La differenza con la Germania, la colpa della sinistra. Un documento che fa quasi rimapiangere le veline di Fazzolari

Roma.  Presidente Meloni, ci sono le prove: Lollobrigida copia i compiti di Fazzolari. Eravamo tutti convinti che la sola “velina”, il mattinale “ore 11”, la scheda informativa distribuita ai parlamentari e giornalisti d’area, fosse quella del sottosegretario alla presidenza; del “genio” Fazzo. E invece, no. Esiste una versione tarocca, come le  borse di Gucci a quaranta euro,  sintetica come la carne, che viene chiamata “nota informativa”. L’ha distribuita, ai suoi, il 30 gennaio il ministro dell’Agricoltura per spiegare l’origine della protesta dei trattori. E’ lunga sette pagine, ha pure un indice, e da quanto si legge, a pagina uno, l’Ucraina sarebbe tra le cause della sollevazione dei contadini. Nel giugno 2022, recita questa “Lollo for dummies”, “l’Ue ha deciso di liberalizzare il commercio con Kyiv, favorendo l’afflusso di merci ucraine a basso costo nel mercato europeo”. Finirà che è colpa di Zelensky pure se il basilico si secca.


Ripetiamo, sono sette pagine di “come e perché” sulle proteste dei trattori che anche in Italia stanno esplodendo, sette pagine che faranno rimpiangere a Massimo Giannini di Repubblica, il direttore suocero, la sana  sbobba cucinata da Fazzolari. La nota, la velina, l’ha confezionata l’ufficio studi di FdI, altra invenzione del sottosegretario, ma si nota subito che non c’è la sua sapienza, il suo dizionario, quel suo “avviso ai naviganti”, il suo evidenziatore blu e l’espressione ciceroniana “non diremo mai”. Nella Lollo for dummies la protesta degli agricoltori ha “assunto diverse sfumature a secondo dei paesi”. Siamo già al romanzo erotico, cinquanta sfumature di cipollotto.

Ma veniamo al motivo della rivolta. Per il ministro “gli agricoltori protestano perché l’afflusso di merci ucraine ha provocato il crollo in Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Romania”. La situazione può pure peggiorare. Lollo Nostradamus spiega che “in vista della prossima adesione dell’Ucraina all’Ue è emerso il problema dell’ingresso  di una potenza agricola globale sulla ripartizione dei sussidi”. Il rombo del trattore ha però altre ragioni che le zucche (di sinistra) non conoscono, ma il ministro sì. Tra queste  “una serie di vincoli al settore come la conversione di un quarto di terreni coltivati ad agricoltura” aggiunta a “una riduzione significativa dell’utilizzo degli agrofarmaci”.

A proposito, ma cosa pensa Lollobrigida che ha varato una legge “pionieristica” (aggettivo preso dalla nota) sulla carne coltivata, riguardo agli agrofarmaci? A pagina tre leggiamo che “sull’utilizzo degli agrofarmaci, che l’Europa vorrebbe limitare fortemente”, il ministro ha chiarito che è “necessario a garanzia di produzioni fino al momento in cui si avranno piante più forti in grado di resistere alle fitopatie”. Dunque, da quanto si legge, la carne coltivata no, è vietata, ma il pesticida nebulizzato va benissimo. Non si sa come la chiamano in Europa, ma in Italia si dice  mettere insieme capra e cavoli. Ma continuiamo. La protesta è deflagrata in Germania, mentre in Italia sta sfociando nel solito forconismo, in una sorta di guerra civile tra la Coldiretti, l’associazione più vicina al ministro, e altre frange che contestano l’egemonia della Coldiretti. Detto in modo semplice, è come in Rai, ma a parte invertite: la Coldiretti sarebbe l’Usigrai, il sindacato maggiore, rosso, quello del monopolio, mentre quelli che marciano sono un po’ come era Pluralismo e Libertà, l’associazione del ministro, ex direttore Rai, Genny Sangiuliano.

Per Lollobrigida c’è tuttavia una differenza tra Italia e resto del mondo perché “se in Germania e Francia le manifestazioni  si sono trasformate in manifestazioni anti-governative, in Italia, questa componente è pressoché assente”. Finalmente c’è un “pressoché”, una cara espressione fazzolariana, che ci riporta con gli stivali per terra. Scopriamo infatti che, alla fine della fiera, la colpa è della sinistra perché “secondo Agrarheuthe, portale seguito dagli agricoltori tedeschi, dalle proteste di questi giorni emerge politicamente l’imbarazzo della Spd”. A pagina sei scopriamo invece che Lollobrigida non copia solo i compiti di Fazzolari, ma pure quelli di Salvini visto che la “protesta evidenzia l’inapplicabilità dell’imposizione dell’ideologia green”, storica idea di Salvini.

Detto questo, qualora non siano  bastate sei pagine, “la mobilitazione”, ancora, “rivela un malcontento nei confronti della scelta della sinistra” (sembra di vivere nella Russia di Lenin e non ce ne siamo mai accorti). Non si sa cosa gli abbiano fatto i tedeschi, ma Lollobrigida non li ama, anzi gliele suona a Lindner, il ministro delle Finanze che, si legge, “è stato duramente contestato” mentre lui, ad Avezzano, “applaudito”. Insomma, dopo averla letta per intero, questa “velina”, non si può che dare ragione a Meloni quando diceva che Fazzolari era un “genio”.

La sua è un prodotto artigianale, italiano, senza fronzoli. Ma cosa dire di questa “nota” dove c’è pure un germoglio in prima pagina? La premier istituisca il Fazzolari dop, e non permetta di taroccare un gusto, un sapore. Il Fazzolari di Maccarese va ora tutelato come l’Aceto Balsamico di Modena.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio