Amichettismi

Il teatro di Roma è salvo! Accordo Campidoglio-Mic: ci saranno due direttori

Gianluca De Rosa

In fondo bastava poco per salvare il teatro dal "blitz fascista" con cui è stato nominato direttore artistico Luca De Fusco. Domani in Cda la modifica allo statuto che stabilirà l'istituzione di un secondo direttore che sarà scelto dal Campidoglio. In pole per quel ruolo ecco Paola Macchi 

L’amichettismo è la malattia, ma, racconta la storia del Teatro di Roma, può essere anche la cura. Diciamocelo chiaro: il nostro è un paese di amichetti, di aperitivi e di partite di calcetto (ricordate i suggerimenti dell’ex ministro Giuliano Poletti per trovare lavoro?). E dunque non poteva che finire così. “L’occupazione fascista” del teatro Argentina, del teatro India e del futuro teatro Valle è finalmente terminata. Più che la Resistenza del Campidoglio ha potuto lo statuto, o meglio la modifica a quello della fondazione che gestisce i teatri. Un cavillo miracoloso salverà l’arte. Una clausoletta in grado di mettere di nuovo d’accordo il Campidoglio Pd con il ministero della Cultura e la Regione Lazio a guida centrodestra, con un prodigio dal sapore biblico: la moltiplicazione delle poltrone. Questa mattina il Cda si riunirà per mettere a verbale la convocazione della fondazione per l’approvazione del bilancio, ma soprattutto per la ratifica delle modifiche dello statuto che introdurranno un secondo direttore indipendente e autonomo dall’altro. Luca De Fusco, voluto dal centrodestra e nominato con il famoso blitz che ha scatenato l’ira del sindaco Pd Roberto Gualtieri poco più di una settimana fa, sarà il direttore artistico. Mentre il Campidoglio, principale finanziatore della fondazione con 6,5 milioni di euro l’anno, sceglierà il direttore manager, quello che gestirà le finanze della fondazione.

 

Attenzione, non sarà Ninni Cutaia, il dirigente del Mic che attualmente è commissario del Maggio fiorentino (chiamarlo a Roma avrebbe lasciato la poltrona di Firenze all’ex ad Rai Carlo Fuortes). Cutaia, dicono, è rimasto scottato da com’è stata gestita la vicenda. Per il posto di direttore manager dunque è attualmente in pole position Paola Macchi, oggi direttrice della fondazione festival dei Due Mondi di Spoleto, con un passato da direttore operativo (tra il 2017 e il 2020) proprio alla fondazione Teatro di Roma. Ma bisognerà capire se sarà prima necessario aprire una nuova call per la ricerca del ruolo per evitare ricorsi che vanificherebbero l’accordo. Intanto, di nuovo uniti, Campidoglio e ministero della Cultura rivendicano in coro la scelta di raddoppiare le poltrone: “Guardate che è così in tutte le principali fondazioni teatrali e dei teatri lirici”, dicono.

 

E chissà dunque che non sia questa anche la soluzione giusta per la Rai: Elly Schlein ha organizzato per il 7 febbraio, giorno d’inizio del festival di Sanremo un sit-in sotto la sede Rai di viale Mazzini. Per fermarla potrebbe bastare lo sdoppiamento di direzione di un tg? Sia mai. Andrea Orlando ha già fatto sapere a Carlo Calenda (che però in piazza non scende “Perché io i sit in li facevo a 14 anni e noi siamo pagati per proporre soluzioni”) che il partito, dopo aver governato per anni l’azienda, è pronto a una riforma della governace che sa di eterno ritorno: Rai modello Bbc, con una fondazione indipendente a gestire la baracca.  Ma il capo grillino Giuseppe Conte fa già sapere che no, lui non ci sta. “Non ci sembra risolutivo, né credibile un sit-in lanciato da un Pd indignato, che finge di non sapere quello che tutti sanno da anni, e cioè che la governance Rai è assoggettata al controllo del governo grazie alla riforma del Pd renziano”. E ancora, parole dolci per gli aspiranti alleati: una protesta del genere “serve solo ad alimentare la reazione di chi oggi può facilmente opporre che non sarà facile eguagliare il record dei servizi confezionati negli anni per soffiare il vento del consenso a favore del Pd”. D’altronde conclude il grillino: “L’amichettismo di destra vale quanto quello di sinistra. L’allarme democratico lanciato dal Pd sul Teatro di Roma è appena rientrato: ciascuno avrà il proprio direttore di riferimento”.

E però non è che i grillini siano proprio immuni dall’amichettismo. Soprattutto in Rai. Nell’attuale cda di viale Mazzini contano ancora sul voto determinante per qualunque decisione del consigliere Alessandro Di Majo. Un fatto che ha consentito a Conte prima di tutto di ottenere la commissione di Vigilanza, dove è stata eletta la grillina Barbara Floridia, ma più recentemente, dopo l’approvazione del contratto di servizio con i voto fondamentale di Di Majo, anche la nomina a codirettore della Tgr, la testata di tutti i telegiornali regionali, di Roberto Gueli, giornalista in area 5 stelle. A pochi mesi dalle elezioni amministrative decisamente un bel colpaccio.