Il caso

L'ambasciatore Starace all'assalto della manovra: alzate l'età pensionabile dei diplomatici

Simone Canettieri

Il responsabile della sede di Mosca avvistato in Senato a colloquio con i leghisti per farsi inserire una norma ad personam. Il no del ministro degli Esteri Tajani: Non se ne parla

L’assalto alla manovra, rito laico della Repubblica italiana, si arricchisce di una nuova lobby: quella degli ambasciatori. Nei giorni scorsi è stato avvistato in Senato, dove è in cottura la finanziaria, Giorgio Starace, da tre anni ambasciatore a Mosca. Il diplomatico ha cercato e contattato  i senatori leghisti – da sempre sensibili alle istanze degli italiani in Russia, diciamo – per cercare di infilare una norma che avrebbe alzato l’età pensionabile di tutte le feluche a 67 anni. Starace, viterbese classe 1959, l’anno prossimo andrebbe in quiescenza. In virtù di una norma che in una lettera indirizzata lo scorso luglio al segretario generale della Farnesina  Riccardo Guariglia – e pubblicata da Dagospia – definiva “discriminatoria”.

Secondo una legge del 2022, “tutti i funzionari ora nei livelli apicali che negli anni iniziali di servizio hanno accettato di servire in sedi disagiate e particolarmente disagiate ed hanno riscattato i periodi di laurea o di servizio militare, non possono rinunciare ai contributi maturati e quindi sono costretti al pensionamento allo scadere dei 65 anni di età”. Starace lo scorso luglio ha guidato la protesta – in compagnia di tantissimi colleghi che operano in sedi prestigiose come Arnaldo Varricchio da Berlino, Mariangela Zappia da Washington, Pier Francesco Zazo da Kyiv – senza ottenere risposte. Così nei giorni scorsi si è presentato in Parlamento. E ha cercato i big del Carroccio per chiedere di inserire la norma pensionistica. “Quota 1000” o “quota Starace”, chiamatela come volete. Il pressing, così insolito e plateale, non è passato inosservato a Stefania Craxi, presidente della commissione Esteri (il veicolo trovato per il blitz), che ha subito informato Antonio Tajani, titolare della Farnesina e vicepremier. Il quale – come racconta chi ha assistito alla scena – non l’ha presa benissimo. Ha bloccato qualsiasi tipo di ingerenza. Sfoghi intercettati alla Farnesina: “I diplomatici non fanno lobbying e così poi si tarpano le ali ai giovani diplomatici”.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.