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l'intervista

Fidanza ci spiega il sovranismo pragmatico dell'asse Meloni-Macron

Luca Roberto

Il capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo: "Spero che l'incontro a Palazzo Chigi segni una svolta nel rapporto tra Italia e Francia. Gli attacchi della Lega alla Germania? Meglio evitare parallelismi con stagioni tragiche del passato"

“Spero che l’incontro tra Meloni e Macron, che reputo positivo, segni l’entrata in una fase nuova: ora bisogna passare dalle parole ai fatti. Di certo è ora di uscire dalle posizioni strumentali, per far prevalere soluzioni concrete. In Francia fino a ieri sono prevalsi toni propagandistici”. Al capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo Carlo Fidanza abbiamo chiesto se il vertice di martedì a Palazzo Chigi sia il sintomo di una ritrovata sintonia tra la premier italiana e il presidente francese. Forse che i due riescano ad andare d’accordo inseguendo i loro legittimi interessi nazionali? “Abbiamo ricevuto da Parigi delle rassicurazioni. Adesso bisogna porre al centro l’urgenza di fermare le partenze; bloccare i movimenti primari è l’unico modo per evitare quelli secondari, che tanto preoccupano la Francia. Così come abbiamo bisogno di stipulare e rispettare gli accordi con i paesi del Nord Africa. Per non dire dell’investimento congiunto sul Piano Mattei. Credo che la Francia abbia interessi convergenti ai nostri, seppur con le specificità di un radicamento storico e per molti aspetti controverso in Africa. Mentre quello che noi viviamo a Ventimiglia loro lo vivono al confine con il Regno Unito”.

 

L’impressione, anche nel governo, è che un po’ si possa battere sul tasto del sovranismo pragmatico per vendere questa nuova partnership con l’Eliseo. Insomma, checché ne dica Matteo Salvini, Macron è un sovranista? “Ma in Europa sono quasi tutti sovranisti, fanno gli interessi dei loro paesi. Solo da noi è visto come un termine offensivo. E’ il pragmatismo la vera cifra della politica internazionale”, risponde Fidanza. Le concordanze, peraltro, non si fermano all’immigrazione. “Perché anche sul tema dell’autonomia strategica europea, così come sulla riforma del Patto di stabilità, abbiamo posizioni simili a quelle di Macron. Poi, per carità, su altre questioni siamo molto distanti”, aggiunge il parlamentare europeo.

A Fidanza, a proposito di rapporti internazionali, non sono sfuggite le dichiarazioni del vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Quelle secondo cui “la Germania vorrebbe far cadere il governo Meloni. Ottant’anni fa usava i carri armati, ora i clandestini”. “Meglio evitare parallelismi con stagioni tragiche del passato. Sicuramente è più utile la lettera che ha scritto la premier Meloni al cancelliere Scholz. Quella in cui ha chiesto spiegazioni sul finanziamento alle ong. Ecco, credo che le risposte principali vadano trovate nella collaborazione tra governi, che deve funzionare a prescindere dalle cose che si dicono per alimentare il dibattito politico”. Anche se questa continua campagna elettorale in cui sembra essere precipitata la maggioranza a causa delle mosse sperticate di Salvini, forse almeno un po’ condiziona le uscite di Fratelli d’Italia. Lei ci crede al complotto dei “poteri forti” contro il governo? “Nel caso dell’accordo con la Tunisia, non c’è alcun complottismo, ma la semplice constatazione che a sabotarlo sono stati in primis i socialisti, con Borrell. E’ chiaro che sono posizioni che vanno contro il governo italiano. Ma le dirò di più, anche contro la presidente von der Leyen, che tanto si è spesa in questa missione promettendo risultati sull’immigrazione”. Proiettiamoci verso le elezioni europee. Riuscirete davvero a completare l’accordo tra Conservatori e Popolari? “Il nostro obiettivo è un cambio di maggioranza. Questa Commissione ha avuto un approccio troppo ideologico soprattutto sulla transizione energetica”, dice Fidanza. “Chi ne farà parte? E’ un discorso troppo prematuro. L’unica cosa certa è che escludiamo qualsiasi accordo con i socialisti. Non è una nuova ‘malattia’ la cura contro la malattia che abbiamo visto in questi anni”. E con Macron, avrete un rapporto privilegiato? “Come ho già detto, su alcune questioni possiamo dialogare. Già in questa legislatura spesso abbiamo votato con schieramenti trasversali, compreso Renew Europe. Con il risultato che partiti che nei loro paesi si fanno la guerra, a Strasburgo provano a collaborare su cose concrete. Pensare a un’alleanza politica stabile mi pare però inopportuno e prematuro”. In definitiva, che voto darebbe alla commissione von der Leyen? “Tra il 5 e il 6. Con il Covid e la guerra si è trovata in una situazione che era difficile da prevedere. Sul green deal ha sbagliato, adesso sembra ci sia un tardivo ravvedimento in corso. Sull’immigrazione ha promesso risultati che però dobbiamo ancora vedere”.