(foto Ansa)

l'intervista

Lupi avvisa la Lega: “Alzare i toni danneggia il governo e gli alleati. Ma quale complotto sui migranti!”

Luca Roberto

Il leader di Noi moderati: "Le parole di Crippa sulla Germania? Non ci facciamo del male da soli, solo per la campagna elettorale. Ai partiti della coalizione dico: attenzione, i governi cadono sempre perché le maggioranze implodono"

“All’amico Crippa della Lega dico: ma a che serve alzare i toni, fare continue fughe in avanti, trasformandosi nell’opposizione all’interno del governo? Così ci facciamo solo del male da soli!”. Quando abbiamo letto a Maurizio Lupi le dichiarazioni del vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa - “la Germania vuole far cadere il governo Meloni. Ottant’anni fa usava i carri armati, adesso i clandestini” - il leader di Noi moderati ha voluto subito manifestare la propria contrarietà: “Ognuno usa le vie che reputa più opportune, ma sono parole che per la mia cultura politica non posso condividere. Va bene fare campagna elettorale, ma ce lo siamo detti anche negli ultimi incontri di maggioranza: non si può fare di tutto per crescere di mezzo punto nei sondaggi, se poi si fa un danno a tutta la coalizione”. E in effetti l’uscita di Crippa ha fatto ancora più rumore perché nel frattempo, ieri, la premier Meloni era impegnata in un colloquio molto puntuale con il presidente francese Emmanuel Macron. Tra i temi affrontati anche la necessità di agire di comune accordo nella gestione degli sbarchi. “I toni usati dalla premier, per esempio nella lettera al cancelliere tedesco Scholz, sono legittimi. Altro è attaccare gli altri paesi europei con accuse prive di elementi fattuali. La Lega dovrebbe tenere conto del fatto che all’interno della coalizione ci sono sensibilità diverse. E i loro toni non sono i nostri, che siamo popolari, da sempre votati alla responsabilità e alla moderazione”.

 

Lupi fa un esempio concreto di cosa significhi remare tutti dalla stessa parte. “Io pure potrei attaccare Salvini per guadagnare mezzo punto nei sondaggi. Del resto, ho fatto pure il ministro delle Infrastrutture. Non lo faccio perché quel che conta è ottenere risultati concreti. Di certo non rinunciando ad alzare la voce in qualità di paese fondatore dell’Europa, ma sapendo per esempio che l’Unione europea si ricostruisce attraverso il dialogo con i nostri alleati. Perché altrimenti con chi parli di riforma del Trattato di Dublino, di nuovo Patto di stabilità, di completamento del Pnrr?”. Anche sul caso del direttore del Museo Egizio di Torino, per cui la Lega aveva chiesto la destituzione, Lupi dice di averla trovata “un’esagerazione. Abbiamo sempre detto che le persone non si scelgono per una questione ideologica. Si scelgono se sono bravi o no. Ha fatto bene o no? Lavora in una direzione giusta o no? Dal punto di vista della comunicazione mi sembra anzi che abbia operato in maniera intelligente. A che ci serve allora continuare a creare polemiche? Solo a prestare il fianco alla sinistra, che non ha contenuti di merito”. 

 

L’effetto di questa campagna elettorale permanente è anche quello di destabilizzare la stessa maggioranza. Un giorno sì e l’altro pure si leggono dichiarazioni di esponenti di Fratelli d’Italia che si scagliano contro “poteri forti” occulti che cercherebbero di ostacolare l’azione di questo governo. Non crede che il ricorso a presunti complotti internazionali vi indebolisca? “Sono appena tornato dagli Stati Uniti. Lì tutti riconoscono al governo di centrodestra di essere solido, di avere un’autorevolezza per quanto riguarda ad esempio il collocamento fortemente euroatlantico. Ma se creiamo continue fibrillazioni al nostro interno rischiamo di fare un danno a come veniamo percepiti all’estero. Ricordo a tutti che in Italia i governi non cadono mai per colpa dell’opposizione, ma per le maggioranze che implodono”, sembra quasi ammonire gli alleati Lupi. A proposito di misure spot, come la tassa sugli extraprofitti, è preoccupato che la prossima legge di Bilancio possa assecondare il bisogno di accontentare fasce elettorali? “Giudicheremo dalla Nadef, ma certo abbiamo il bisogno di concentrare le risorse, puntando su famiglia, lavoro e sanità. Anche perché per dare risposte più organiche, penso alla riforma del fisco ma anche alla riforma della giustizia e alle pensioni, abbiamo almeno altri quattro anni di governo”. Durerete davvero così a lungo? La durata media dei governi in Italia è 14 mesi. In pratica, a dicembre scatta una specie di tagliola. “Sono preoccupazioni legittime, ma credo che andremo avanti perché abbiamo una cultura di governo. Dobbiamo solo fare attenzione a ricordarcelo tutti quanti”.

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