freddo vaticano

È finita la luna di miele tra Meloni e il Papa?

Se la reazione francese è stata piccata – “Nulla di cui vergognarci”, hanno detto da Parigi, mentre il Rassemblement National assicura che il Papa “non capisce il problema migratorio” – è altrettanto vero che le parole di Francesco non possono essere ignorate a Roma

Matteo Matzuzzi

A Palazzo Chigi si è sempre sottolineata una vicinanza tra la premier e Francesco. Ora, sull'immigrazione, i punti di divergenza iniziano a essere tanti

Nella due giorni di Marsiglia, agli “Incontri mediterranei”, è emersa in modo eclatante la distanza che c’è fra il Papa e il presidente francese, Emmanuel Macron. Divisi sul tema del fine vita (divergono perfino le ricostruzioni sul colloquio avuto sabato mattina, con l’Eliseo a sottolineare che di eutanasia si è discusso e con Francesco a smentire tutto poche ore dopo) e divisi pure sull’immigrazione. Il Pontefice ha invocato un’accoglienza tout-court, scagliandosi contro chi fomenta inutili paure. Ha parlato inoltre della necessità di non lasciare morire neppure un migrante in mezzo al mare. Se la reazione francese è stata piccata – “Nulla di cui vergognarci”, hanno detto da Parigi, mentre il Rassemblement National  assicura che il Papa “non capisce il problema migratorio” – è altrettanto vero che le parole di Francesco non possono essere ignorate a Roma. “Dire ‘basta!’ è chiudere gli occhi; tentare ora di salvare sé stessi si tramuterà in tragedia domani, quando le future generazioni ci ringrazieranno se avremo saputo creare le condizioni per un’imprescindibile integrazione”, ha osservato Francesco. E ancora, “la soluzione non è respingere, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo”. Non proprio musica per le orecchie di chi parla di respingimenti e mette all’indice le navi delle ong impegnate nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo.

 

Non a caso, il presidente di Migrantes, l’arcivescovo di Ferrara mons. Gian Carlo Perego, ha ribadito la contrarietà agli accordi con Turchia, Libia e Tunisia (assai cari al governo), che rappresenterebbero “una mancanza di responsabilità, una caduta della democrazia che vede invece nella tutela del diritto d’asilo uno dei pilastri della Costituzione”. Domenica, poi, al termine dell’Angelus, il Papa ha ringraziato “i vescovi della Conferenza episcopale italiana che fanno di tutto per aiutare i nostri fratelli e sorelle migranti”. Finora, appena se ne è manifestata la necessità, Palazzo Chigi ha sempre voluto sottolineare una sorta di gioco di sponda con il Vaticano, data anche la stima del Papa verso Giorgia Meloni, considerata oltretevere una personalità “capace” e “che lavora” – commenti ben diversi da quelli che circolano sul leader della Lega, Matteo Salvini. L’intesa e la simpatia rischiano ora di incrinarsi sulla questione migratoria e al governo verrebbe a mancare un sostegno tutt’altro che irrilevate. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.