A Roma

Da Conte a Travaglio, chi c'era alla camera ardente laica e militante di Domenico De Masi

Al Tempio di Adriano, una sala gremita ha dato l'ultimo saluto al professore di sociologia. Il leader grillino: "Un grande amico del Movimento 5 stelle, fonte di ispirazione per tutti"

Ruggiero Montenegro

Una sala gremita, militante di certo, ma al tempo stesso laica. "Per Mimmo, che mo ce sta a guardà e se la ride", dice un amico del professore, mentre rilegge l'ultimo scambio di messaggi whatsapp di qualche giorno fa. Intellettuali e colleghi, tanta gente comune e poi politici, giornalisti, (ex) studenti, estimatori e conoscenti. Un mondo trasversale, almeno tre generazioni, si è ritrovato questa mattina al Tempio di Adriano, a Roma, per l'ultimo saluto a Domenico De Masi - sociologo e grande studioso del lavoro – morto sabato scorso, a 85 anni, dopo una breve malattia.

In prima fila, per tutta la commemorazione, c'è il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte: occhi lucidi, a stento trattiene le lacrime. Un po' come se con la morte del professore, se ne andasse anche una parte di quel Movimento plasmato attorno alle intuizioni del professore, nel bene e nel male. C'è l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio e c'è Alessandro Di Battista, l'unico tra i grillini della prima ora. Gli altri non si fanno vedere, non durante la cerimonia laica almeno. Poco più in là si vede pure l'ex presidente dell'Inps Pasquale Tridico, uno che le idee del docente emerito alla Sapienza di Roma le ha anche applicate. D'altra parte, e non è un mistero, il contributo di De Masi è stato determinante nell'elaborazione teorica e politica pentastellata: dal reddito di cittadinza al salario minino. E tante delle idee futuristiche portate avanti da Grillo, non sono altro che le teorie del sociologo di Rotello, provincia di Campobasso, che del rapporto tra tempo, lavoro e tecnologia aveva fatto l'oggetto cardine dei suoi studi. 

Nella sala, intanto, scorrono le foto di De Masi: è una sorta di testamento per immagini. Eccolo con i suoi studenti e con gli affetti più cari, con Michela Murgia e ancora insieme a Lula, in uno scatto sgnificativo per capire il personaggio che è stato. “Un intellettuale instancabile e appassionato", la ha definito lo stesso presidente brasiliano in un post su Twitter, dopo aver saputo della sua morte. Ricordava l'“ultimo incontro, meno di tre mesi fa a Roma”, "la visita che mi fece quando ero in prigione,  e poi la battaglie del sociologo, tutte a sinistra. Eppure per l'ultimo saluto a De Masi si è visto anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. "L'ho conosciuto anni fa, occupandomi di innovazione. Ci siamo ritrovati negli ultimi anni in televisione.  L'ho fatto anche arrabbiare qualche volta",  ci dice il senatore, con una battuta. "Di certo abbiamo avuto idee completamente diverse ma era una persona molto stimabile. Mi dispiace davvero". Tra gli altri, per l'ultimo saluto al teorico dell'ozio creativo, si vedono pure Francesco Boccia del Pd, l'ex deputato Gennaro Migliore, Marco Tardelli e il direttore de La Notizia Gaetano Pedullà.

 

Poi, accanto alla commozione, arriva il momento delle parole e dei ricordi. Dal piccolo leggio allestito per l'occasione, famigliari, amici e colleghi, ripercorrono la vita di De Masi, il suo impegno politico, tra aneddoti, militanza e accademia. È la moglie Susi Del Santo la prima a parlare, tra gli applausi. Ha ringraziato il Fatto quotidiano, alla cui scuola di formazione De Masi “aveva dedicato l'ultimo periodo”, e la città di Ravello, “il suo luogo dell’anima", dove lo studioso ha scritto buona parte dei suoi libri. “Immagino Mimmo accolto in una dimensione alta da un comitato composto tra gli altri da Jean-Paul Fitoussi, Lina Wertmuller, Luciano De Crescenzo”, ha concluso detto prima di lasciare il microfono ai tanti che dopo di lei hanno voluto lasciare una testimonianza. 

Così dallo stesso pulpito prendono la parola anche un commosso Marco Travaglio – al Tempio di Adriano insieme ad Antonio Padellaro e a una delegazione del suo giornale – e poi l'ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino, lo storico dell'arte Tomaso Montanari, l'ex ministro Roberto Giovannini, l'attrice Marisa Lurito e la giornalista Myrta Merlino, amica di famiglia del sociologo. E tra questi Giuseppe Conte: “Un grande amico del Movimento” e “una grande fonte di ispirazione per tutti noi, mantenendo la sua indipendenza e il suo spirito critico”, ha detto l'ex premier, sottolineando la "grande cultura" e il grande apporto che De Masi ha dato alla sua forza politica. “Oggi gli faremmo un torto ad essere tristi. Il Movimento 5 stelle ti ricorderà sempre con il sorriso”. 

Di più su questi argomenti: