Il caso

Meloni in allarme per manovra e migranti. E avvisa i ministri: dovrete tagliare

Simone Canettieri

Nel primo Cdm post ferie la premier riporta gli alleati, a partire da Salvini, alla realtà: poche risorse. C'è la sponda con Giorgetti. E poi centralizza la gestione degli sbarchi a Palazzo Chigi

“Mi auguro che abbiate trascorso bene le vacanze”. Poi Giorgia Meloni apre il primo Consiglio dei ministri con una lunga relazione informale che porta tutti “con i piedi per terra”. Per fare “di più e meglio”. La premier inaugura così la fase due del suo governo, dopo dieci mesi di navigazione. La scuola è iniziata di nuovo per l’esecutivo e questo, come spiega la leader di Fratelli d’Italia, sarà l’anno che porterà alle Europee e poi alla presidenza italiana del G7. Prima però ci sarà la manovra, la prima politica e dunque meloniana, dopo quella dell’anno scorso arronzata in fretta e furia visto che il governo si insediò il 25 ottobre. E’ una Meloni che con parole garbate ma abbastanza definitive striglia i ministri, e avoca ancora di più a sé i dossier. A partire da quello sull’immigrazione. Visto che centralizzerà tutto a Palazzo Chigi: il comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr) “da oggi è convocato permanentemente, composto da tutti i ministri competenti”. E’ un messaggio chiaro inviato al titolare dell’Interno Matteo Piantedosi, ma anche al leader della Lega, Matteo Salvini e a tutti i dicasteri coinvolti, compresa la Farnesina di Antonio Tajani. Sull’immigrazione i timori   sono fattuali perché elettorali (“è difficile spiegare all’opinione pubblica quello a cui assiste e lo capisco bene: i dati dicono che c’è un forte aumento rispetto all’anno precedente”).  Meloni viene descritta come preoccupata per la stagione che  sta per aprire. A partire dal fronte economico.  


“Tutti gli osservatori ci dicono che la congiuntura si sta facendo più difficile, a partire dal rallentamento dell’economia tedesca che si ripercuote in tutta Europa e sul nostro tessuto industriale”. Quindi l’avviso ai naviganti è che le risorse disponibili devono essere usate con la massima attenzione. Ecco perché la premier avvisa i ministri di tirare fuori le forbici contro “sprechi e inefficienze” che devono essere tagliati, viste le “poche risorse che abbiamo e che devono essere spese al meglio”. Bamboli, non c’è un euro. O quasi. E in un momento appare il Ponte di Salvini, ma anche quota 41 sulle pensioni, altro obiettivo del Carroccio.

In generale i tagli vengono dati per scontati al di là della sempre viva spending review. Per evitare frizioni interne che presto arriveranno, Meloni mette nel mirino il governo Conte 2. “Stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus 110 per cento: una tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli italiani”. Nel complesso i documenti dell’Agenzia dell’Entrate, spiega, “ci dicono esserci più di 12 miliardi di euro di irregolarità”. Da qui la chiosa politica: “Alla faccia di chi accusa il centrodestra di essere amico di evasori e truffatori”.


La presidente del Consiglio mette dunque sull’attenti gli alleati, in particolare Salvini e Forza Italia, specie sull’aumento delle pensioni minime. Non a caso anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa sembra mettere le mani avanti parlando di governo specializzato nella corsa dei 5 mila metri e non su quella dei cento. Quindi servirà pazienza. In generale, dalle parole della premier si intuisce l’intenzione di un intervento fiscale a favore delle famiglie per combattere la denatalità. La prima tappa della manovra sarà il 27 settembre con la Nadef. Finite le ferie, oggi tutti a Palazzo Chigi hanno fatto un bel tuffo nella realtà.
    

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.