L'intervista

"Meloni vive da assediata. La tassa sulle banche è un pugno agli italiani". Parla Cassese

Carmelo Caruso

"Gli uomini di stato devono disprezzare la popolarità. I decreti del governo sono come le navi cariche alla rinfusa. A Fratelli d'Italia manca una classe dirigente adeguata. Meloni si avvalga anche dei non schierati". Intervista al giurista

Le vacanze di Sabino Cassese (anche i giuristi sono in pantaloncini). Professore: il governo tassa gli extraprofitti delle banche. Qual è la sua sentenza? “Il governo non si vuole bene. Chi darebbe un pugno nello stomaco al proprio creditore e minaccerebbe i propri elettori? Nelle banche ci sono i risparmi dell’ 81 per cento degli italiani. Vale a dire di tutti gli elettori”. Meloni? “Ha conquistato il potere, ma vive come se fosse in una cittadella assediata”. Salvini e Meloni? “Predomina l’arte del guadagnare voti, sull’arte del governare. L’uomo di stato disprezza la popolarità”. Le grandi riforme rimandate? “Il governo non riesce ad avere il governo del tempo. Anche i decreti somigliano a navi cariche alla rinfusa”. Il salario minimo? “Indebolisce il potere dei sindacati. Nel momento in cui accettano, rinunciano al concetto di autonomia collettiva”. Cassese, ma dove si trova? “In auto con mia moglie, stiamo andando al mare”. La spiaggia? “Segreto”. Iniziamo dalla cronaca balneare. L’Albania è la meta estiva del 2023. Forse ci va pure la premier. Non ci dica che pure lei parte  per Tirana? “Sono un nazionalista: resto in Italia”.  Le abbiamo promesso serietà e manteniamo la promessa, ma ci siamo imbattuti in una frase straordinaria di Giuseppe Pontiggia (Prima Persona, Mondadori). La frase è questa: “A tutti gli instancabili della penisola vorremmo rivolgere un appello: riposatevi. Non siete insostituibili, soprattutto se siete instancabili. La gente, a quel punto, è già stanca di voi”. La condivide? “Condivido, ma che fare se l’instancabile è tale perché il lavoro lo diverte? Gli vogliamo impedire di divertirsi?”.


Caro Cassese, la tassa sulle banche,   per Francesco Giavazzi e Giovanni  Tria, è  sbagliata, in pratica “un colpo di sole”.  Si mette pure lei sotto il loro l’ombrellone? “Ripeto. Il governo non si vuole bene. Chi darebbe un pugno nello stomaco al proprio creditore (le banche posseggono un quarto del debito pubblico italiano) e nello stesso tempo minaccerebbe chi l’ha eletto (nelle banche sono depositati 1.163 miliardi che sono i risparmi dell’ 81 per cento degli italiani, cioè di tutti gli elettori)?”. Non c’è dubbio, pure lei è sotto l’ombrellone. Al riguardo: tutte le tasse sugli extraprofitti finiscono per essere cassate dai giuristi. Finirà così anche per questa? “Non sono cassate dai giuristi sono cassate dal diritto, che è una cosa diversa”. Diciamola tutta. La norma (presentata da Salvini in conferenza stampa) è già stata modificata. Salvini si è preso la scena o è stata una sceneggiata? “Dalla fine della cosiddetta Prima Repubblica, cioè da quando i partiti hanno cominciato a morire, i leader non hanno più basi sicure e si comportano nel modo criticato in un bel libro scritto dal presidente Kennedy, Ritratti del coraggio: predominio dell’arte del ‘guadagnare voti’ sull’ ‘arte del governare’. Manca il ‘coraggio politico di fronte alle pressioni elettorali’ perché non si capisce che il disprezzo della popolarità è la ‘virtù massima dell’uomo di stato’ (con queste parole Luigi Einaudi riassumeva il pensiero di Kennedy)”. Anche per lei, ci siamo giocati la reputazione, come dicono, da giorni, gli economisti? “Un mio amico milanese, scomparso da tempo, distingueva i politici in due categorie: “colpisti” e “non colpisti”. I colpisti sono quelli che fanno il colpo, che non si preoccupano del futuro. La reputazione dei primi è sempre molto bassa, perché il loro comportamento non è prevedibile”. Professore, ma si ricorda le promesse di  Meloni? Diceva: “Prima dell’estate la riforma presidenziale e pure le altre…”? Ci sembra che siamo alla prima abbronzatura, ma ancora niente tintarella… “L’ho scritto: il governo non riesce ad avere il ‘governo del tempo’. Come i decreti legge somigliano alle navi con un carico alla rinfusa’ così  il tempo e le cadenze sono governati dal caso e dalla abilità con la quale i singoli ministri riescono a infilare nei decreti legge i provvedimenti che sono loro suggeriti dagli staff e dalle burocrazie”. Mentre impaginiamo le sue dotte parole, il governo incontra le opposizioni sul salario minimo. Sul salario minimo la versione di Cassese qual è ? “L’articolo 39 della Costituzione prevede che i sindacati siano registrati, a condizione che gli statuti sanciscano un ordinamento a base democratica, che sindacati registrati abbiano personalità giuridica e che, rappresentati unitariamente in proporzione ai loro iscritti, stipulino contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce. Questo articolo è stato abbandonato ed è ora completamente dimenticato, perché i sindacati hanno preferito seguire la strada dell’autonomia collettiva, rifiutando ogni intervento dello stato. Come si concilia, ora, la Costituzione vivente, che contrasta con la Costituzione vigente, con un intervento legislativo del Parlamento? Ce lo vogliamo porre questo problema?”. Ci poniamo pure quelli di settembre? Al rientro ci sarà (ancora) il Mes. Dobbiamo angosciarci? “Io non mi angoscio, perché penso che il governo, alla fine, proporrà la ratifica del trattato”. Cassese ha sofferto il caldo, il cambiamento climatico? “Studio da più di trent’anni la globalizzazione e conosco i documenti prodotti dallo ‘United Nations Environment Programme’, che esiste dal 1972, e dalla ‘European Environment Agency”, che esiste dal 1994, e sono moderatamente preoccupato del cambiamento climatico non perché io sento più caldo, ma perché i numeri peggiorano”. Dato che abbiamo concordato un’intervista estiva, si parla di tutto, come tra vicini di spiaggia. A suo parere perché Meloni non riesce a liberarsi della destra della sua destra? I quotidiani hanno aperto per ben tre giorni sul “caso De Angelis”. C’è chi pensa che Meloni dovrebbe favorire una scissione. Meloni deve tifare “Forza scissione”? “Vi sono più cause. La prima è il complesso dell’escluso che, una volta conquistato il potere, continua a sentirsi come una cittadella assediata. La seconda sta nel passaggio rapido dal non contare nulla al governo, che non ha consentito la crescita di una classe dirigente. La terza sta nella difficoltà di coniugare l’atteggiamento sospettoso del newcomer con la capacità di valersi delle tante risorse che l’Italia ha, anche tra i “non schierati”. Infine, se si è costretti a una prova di guida accelerata, si possono fare molti errori”. Professore, cosa sta leggendo? “Un libro che potrebbe collocarsi a metà tra un romanzo di fantascienza e uno di guerra, nel quale dei e uomini sono molto vicini, scorre molto sangue, vi sono tante tragedie, morti e violenze, la cui filosofia si può esprimere in due parole ‘omnia mutantur’. Sono le ‘Metamorfosi’ di Ovidio. Una bella lezione di vita”. Sa che i paparazzi pagherebbero per una sua foto con il cocomero? “Le farò, per farli contenti”. Concludiamo. La canzone dell’estate è Italodisco del gruppo The Kolors. Le facciamo scegliere la sua preferita: Azzurro di Paolo Conte o Odio l’estate di Bruno Martino? “Opto per una delle melodie più struggenti della storia della musica, il terzo movimento, “adagissimo”, del “Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo”, un pezzo scritto da Bach giovanissimo, nel 1704”. Professore,  insomma, ci vuole dire dove si trova? “In questo momento in un ingorgo. Vi devo lasciare. Tanti saluti”. Buone vacanze da Cassese. (Sarà andato in Puglia?).

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio