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l'intervista

“Salvini e Meloni lascino per strada i loro alleati europei. Sì a un nuovo predellino”. Parla Cattaneo (FI)

Luca Roberto

"Se Lega e Fratelli d'Italia hanno a cuore l'unità del centrodestra facciano prevalere il pragmatismo sull'ideologia, avvicinandosi al Ppe", dice il vice coordinatore di Forza Italia

E’ troppo importante che il centrodestra italiano rimanga unito. Anche a costo di perdersi per la strada qualche vecchia amicizia in Europa. Perché così come in Italia, anche a Bruxelles deve contare il pragmatismo, la cultura di governo, più dei posizionamenti ideologici del passato”. Il deputato e vice coordinatore di Forza Italia Alessandro Cattaneo ha presente cosa serva alla coalizione che governa il paese per cercare di imprimere una svolta alle prossime elezioni europee: “E’ chiaro che per noi Alternative für Deutschland rimane irricevibile, così come ci pongono grandi problemi sia Le Pen che gli alleati polacchi e ungheresi di Meloni. Ma ho grande fiducia nel percorso che stanno facendo Lega e Fratelli d’Italia per avvicinarsi al Ppe, che rimane e rimarrà il pilastro del centrodestra europeo”. 

 

Ieri mattina anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani l’ha ribadito: “Per noi è impossibile fare qualsiasi accordo con Afd e con il partito della signora Le Pen”. Al che i leghisti Zanni e Campomenosi, di stanza all’Europarlamento, hanno risposto chiedendo lo stop a qualsiasi tipo di diktat. Eppure, secondo Cattaneo, “è un fatto che l’adesione a Identità e democrazia da parte del Carroccio risalga a più di quattro anni fa. Sono pur sempre il partito che governa regioni e città importanti. Condividono la nostra cultura di governo, che è la forza del centrodestra disegnato da Berlusconi”. Ragion per cui, spiega ancora al Foglio l’ex capogruppo forzista alla Camera, forse l’avvicinamento ai popolari potrà avvenire ex post, ponendosi l’obiettivo di non spaccare la coalizione italiana a livello comunitario. “Il Partito popolare ha dimostrato di avere delle sensibilità sempre più in comune con i conservatori. In questi anni abbiamo condiviso al Parlamento europeo e nei rispettivi paesi battaglie su importanti temi ambientali ed economici, per la difesa delle nostre filiere produttive. Ma è chiaro che per la centralità che ha oggi e avrà sempre il Ppe devono essere gli altri a sposare la nostra visione”.

 

Sul Foglio abbiamo ipotizzato una specie di predellino per Giorgia Meloni, da compiere a livello europeo, con l’obiettivo di acquistare una leadership a Bruxelles. Significherebbe, però, liberarsi dagli alleati scomodi come i governi di Polonia (domani la premier tornerà in visita a Varsavia da Mateusz Morawiecki) e Ungheria che anche sul dossier immigrazione hanno dimostrato di remare in direzione contraria rispetto agli interessi italiani. “E io la trovo una giusta suggestione, anche se non appare oggi di facile realizzazione: con la legge proporzionale presentarci divisi aumenta le nostre possibilità di successo”, dice ancora Cattaneo. “Ma certo il disegno ispiratore deve essere quello di Berlusconi nel 1994. Sarà un nuovo predellino, ma per arrivarci Meloni avrà bisogno di un po’ di tempo in più”.

 

L’altra grande questione è che tipo di ruolo possa giocare Forza Italia in mezzo a due alleati che sembrano essere sotto pressione, sperano in qualche modo di ricollocarsi sullo scacchiere internazionale, mentre gli azzurri per il loro storico orientamento moderato ed europeista, appartenenti al Ppe, possono permettersi di guidare la partita da una posizione di rinnovata centralità. “Non potremmo avere un posizionamento politico migliore, in questa fase”, confessa Cattaneo. Ma non è che invece dopo la morte di Silvio Berlusconi il partito rischia di caracollare sotto il peso di anime confliggenti? “Sono convinto ci sia più un problema di forma che di sostanza. Con Tajani abbiamo intrapreso un percorso in questa fase di transizione, e anche all’esterno dobbiamo dare l’impressione di essere uniti”. Eppure c’è chi dice che proprio in seguito alla morte del Cav. i rapporti nella maggioranza si siano fatti più difficoltosi con il venir meno di una figura di mediazione così importante. “Ma con Lega e Fratelli d’Italia abbiamo buoni rapporti da anni, c’è oramai una grande abitudine a governare insieme. Ripeto: l’unico obiettivo è cercare di restare uniti e realizzare il programma. E per questo l’appello che faccio agli alleati è a far prevalere la sostanza sull’ideologia”.