(foto Ansa)

l'intervento

Schlein: "Parlerò con l'ex sindaco Uggetti"

Luca Roberto

La segretaria sulle parole dell'ex primo cittadino di Lodi al Foglio, che aveva chiesto di incontrarla: "Gli spiegherò l'idea di giustizia del mio Pd"

Sentirò presto Uggetti. Ci confronteremo, e con lui parlerò di qual è l’idea di giustizia che ha in mente il Pd”. Elly Schlein ha letto l’intervista rilasciata al Foglio dall’ex sindaco di Lodi all’indomani dell’assoluzione, anche nel processo di appello-bis, dall’accusa di turbativa d’asta per una vicenda che riguardava la gestione di due piscine comunali. Sette anni di calvario giudiziario che hanno lasciato il segno non solo sulla vita privata e politica di Uggetti, ma che pure  sono serviti a ingrossare il lungo elenco di storie di esponenti pubblici e politici coinvolti in procedimenti giudiziari che poi finiscono nel nulla, e che però nel frattempo finiscono esposti alla pubblica gogna. Com’è stato, appunto, nel caso che ha coinvolto il già primo cittadino lombardo, arrestato nel 2016 e tenuto nel carcere di San Vittore per dieci giorni.

 

Ieri, colloquiando con il nostro giornale, Uggetti aveva espresso il desiderio di incontrare Schlein. “Mi piacerebbe avere anche solo mezz’ora per raccontarle le ragioni per le quali sulla riforma della giustizia sarebbe opportuno ascoltare i nostri sindaci. I sindaci del Pd”. E infatti la segretaria ci ha fatto sapere come non abbia intenzione di lasciar cadere nel vuoto questo desiderio. Nei prossimi giorni avrà un confronto proprio con l’ex sindaco per spiegargli “l’articolata proposta del Pd in materia di giustizia”, cercando di convincere il suo interlocutore della bontà delle posizioni dem su questa materia specifica.

 

Se c’è un tema più degli altri su cui s’è evidenziata in particolar modo una spaccatura all’interno del Pd è proprio sulla giustizia. In particolare sul merito della riforma annunciata dal ministro Carlo Nordio. Quella che tra le altre cose ridisciplina il modo in cui possono essere condotte e archiviate le intercettazioni. E soprattutto abroga il reato di abuso d’ufficio. Schlein sul punto nei giorni scorsi ha detto che “l’abrogazione non può passare”, perché “non si possono abolire i controlli di legalità”. Ma da subito la posizione della segretaria era apparsa periclitante, se è vero che lo stesso presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, esponente del Pd, proprio non c’è riuscito a criticare la riforma Nordio. E del resto se non l’abrogazione, quantomeno una revisione profonda erano stati gli stessi amministratori locali del Partito democratico a chiederla, da anni a questa parte. Un posizionamento contingente  che si accompagna a una più generica preoccupazione sul rispetto delle garanzie giurisdizionali, a proposito del quale nel corso degli ultimi tempi il Pd ha avuto un atteggiamento piuttosto ondivago.

A preoccupare è anzitutto il famoso abbraccio al M5s di Giuseppe Conte, reso plasticamente dalla partecipazione alla manifestazione pentastellata della scorsa settimana. E’ la ragione per cui lunedì, intervenendo in direzione nazionale, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha strigliato Schlein e la sua segreteria: “Mi piacerebbe che la sinistra, il Pd in testa, si riappropriasse della vocazione garantista che ha caratterizzato la sua storia fino a Tangentopoli e a Berlusconi. Abbiamo l’occasione per fare un passo in questa direzione, io spero che si faccia”, ha detto. Chiedendo di sfidare il ministro Nordio con delle proposte migliorative, non facendo quindi ostruzione aprioristica o un’opposizione fine a se stessa, con il solo obiettivo di salvaguardare il dialogo con i grillini.

 

Su questo ieri Uggetti ha espresso una visione concorde, ricordando che “sarebbe meglio fare una battaglia sui contenuti, che rende di più di una battaglia contro una persona”. Mentre sullo schiacciamento alle posizioni dei Cinque stelle, ha chiesto un confronto alla segretaria anche perché “in Italia c’è un problema con la giustizia, con l’equilibrio dei poteri”. E certo non è parte della soluzione “mescolarsi col manettarismo del M5s”.  Non sappiamo con esattezza cosà dirà Schlein. Né se l’idea di giustizia che ha in mente riuscirà a tranquillizzare un ex amministratore locale le cui prospettive politiche sono state date tutte in pasto al bisogno di sputtanamento che spesso agita il circolo mediatico-giudiziario. Ma certo la scelta della segretaria di non lasciar cadere nel vuoto l’invito, prendendo di petto la questione, vuole forse significare che un certo retro pensiero deve aver fatto capolino nelle sue giornate: se voglio tenere unito il partito, serve che qualcosa la dica. Partendo dalla solidarietà a un esponente dem prima crocifisso e ora, forse troppo tardi, riabilitato dalla giustizia.