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a Montecitorio

Via libera al testo base del Mes in commissione. Ma la maggioranza non si presenta

Redazione

Votano a favore i parlamentari dem e quelli del Terzo Polo, astenuti M5s, Verdi e Sinistra Italiana. Braga (Pd): "Il governo si rifiuta di dare parere". Azione: "Ennesimo imbarazzante tentativo di melina". La difesa di Tajani:  "Forza Italia ha riserve sul regolamento del Meccanismo economico di stabilità"

Il balletto continua. Dopo il corto circuito tra ministero dell'Economia e Palazzo Chigi che ha segnato la giornata di ieri, la commissione Esteri della Camera ha adottato il testo base del Pd per la ratifica del Mes. Ma a fare notizia è anche l'assenza dei parlamentari della maggioranza: a votare a favore sono stati i deputati dem insieme a quelli del Terzo Polo mentre 5 stelle, Verdi e Sinistra italiana si sono astenuti. 

"Una maggioranza compatta solo nel fuggire dalle proprie responsabilità. Sul Mes disertano la commissione Esteri e il governo si rifiuta di dare parere", ha attaccato subito dopo Chiara Braga, capogruppo Pd a Montecitorio, sottolineando le incertezze dell'esecutivo e dei partiti che lo sostengono sul Meccanismo economico di stabilità. "Ennesimo imbarazzante tentativo di melina messo in piedi da chi, in realtà, attacca il Mes perché non tollera l’Ue e non ha interesse a un rafforzamento dei meccanismi di solidarietà europea", ha commentato Azione con una nota.

"Noi del centrodestra ci siamo comportati tutti allo stesso modo, noi di Forza Italia abbiamo sempre detto che eravamo favorevoli all’utilizzo del Mes quando c'era la pandemia, poi è arrivato il Recovery plan e il Mes non è più servito, abbiamo delle riserve non sul Mes in quanto tale, ma sul regolamento del Mes, che è un regolamento che non pone alcun controllo al fondo", ha risposto invece  Antonio Tajani ai giornalisti, al termine dell’assemblea dei gruppi azzurri alla Camera. Per il ministro degli Esteri, "rischiamo che gli stati più grandi decidano di fatto la strategia, mentre noi chiedevamo da sempre un controllo del Parlamento europeo e della Commissione europea, come avviene per la Bce". 

Dopo un passaggio in commissione Bilancio, il testo tornerà in commissione Esteri dove sarà votato il mandato al relatore, prima dell'approdo in Aula previsto per il 30 giugno. Sempre che la maggioranza non si appigli a cavilli procedurali per ritardare ulteriormente la discussione del ddl a Montecitorio.

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