(foto Ansa)

Il caso

Fitto contesta le critiche sul pasticcio di governo sul Pnrr. Botta e risposta col ministro

Valerio Valentini

Secondo il ministro degli Affari europei la Relazione licenziata dal governo dieci giorni fa non era completa e per questo diverge da quella inviata alle Camere. Ecco perché il ragionamento non tiene

Dunque eravamo stati ingenui noi. Credevamo che una Relazione presentata in conferenza stampa dal ministro competente, illustrata durante il Cdm e “approvata dalla cabina di regia”, accompagnata da un’introduzione firmata dalla presidente del Consiglio in persona, annunciata sui siti del governo con tanto di scheda tecnica, fosse un documento attendibile. E invece no. Invece ieri il ministro Raffaele Fitto ci ha spiegato che quella licenziata dal governo dieci giorni fa non era la Relazione semestrale sul Pnrr completa, ma era “solo una presentazione con una scheda tecnica di sintesi”, e che dunque non è affatto clamoroso che la Relazione inviata giovedì alle Camere sia diversa in molti significativi passaggi. Ma qui s’impongo alcuni chiarimenti.

 

Il primo ha a che vedere coi metodi scelti dal governo per pubblicare un documento ufficiale e di assoluta rilevanza. Scrive Fitto in una nota diffusa ieri: “La III Relazione è stata presentata nella seduta della Cabina di regia, durante la quale ho richiesto a ciascuna amministrazione i contributi specifici relativi alle materie di propria competenza. Alcune amministrazioni hanno segnalato alcuni aspetti direttamente nel corso della riunione, altre, invece, hanno inviato contributi successivamente”. Ora, se davvero mancavano contributi da parte di amministrazioni varie, come mai si è scelto di presentare in conferenza stampa, con tanto di convocazione formale dei giornalisti da parte dei canali ufficiali di Palazzo Chigi, quel documento evidentemente ritenuto incompleto? Cosa ha approvato la Cabina di regia: un testo che sarebbe stato poi modificato ex post? S’è dunque sdoganato il “salvo intese” applicato al Pnrr? “Il ministro Fitto ha svolto una informativa al Cdm in merito alla terza Relazione semestrale sul Pnrr, approvata dalla Cabina di regia svoltasi quest’oggi”, recita il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi del 31 maggio. E dunque: cosa ha illustrato Fitto ai colleghi di governo, un documento da rivedere e approvato al buio?

 

Sarebbe interessante capirlo. Tanto più che le integrazioni richieste da Fitto non sono affatto “aggiornamenti di natura tecnico-istituzionale che non hanno modificato i contenuti della Relazione”, come il ministro scrive nella nota di ieri. La “nuova” Relazione differisce dalla “vecchia” in molti aspetti: addirittura sul numero delle opere critiche, sul numero degli investimenti a rischio, sullo stato di avanzamento di alcuni significativi progetti, sulle ragioni che hanno indotto a chiedere a Bruxelles la rimodulazione di certi target, sulle valutazioni circa la convenienza sul piano finanziario del ricorso ai prestiti del Recovery. E del resto, i tempi parlano chiaro. Disse Fitto in conferenza stampa, il 31 maggio: “La Relazione avrà qualche ora di confronto con i membri della Cabina di regia, che daranno alcune indicazioni”. Qualche ora, dunque. E come spiegare l’attesa di nove giorni per vedere aggiornata la Relazione, se davvero ci fosse stato solo da sistemare qualche irrilevante dettaglio?

 

Ora, Fitto si concentra su una nostra mezza frase, e da quella fa derivare le sue critiche circa la nostra “mancanza di verifiche”. Abbiamo scritto, infatti, che la Relazione “vecchia” era “consultabile sul sito di Palazzo Chigi”. Eh no, dice Fitto, questo non è vero: “A meno che non si possa indicare un link del suddetto sito dove poter consultare la fantomatica prima versione”. Sarebbe facile rispondere al ministro: ci indichi un link tra i siti del governo a cui poter consultare la “nuova” Relazione, per dimostrarci che esiste davvero. Ma sarebbe un replicare in modo sciocco a un’obiezione fumosa. Perché sul sito del Dipartimento, come su quello di Palazzo Chigi, dal 31 maggio esiste una pagina dedicata all’approvazione della “Terza Relazione sul Pnrr”, con tanto di nota tecnica dettagliata. Manca il file completo, in quella pagina, è vero. Quello lo fornirono direttamente gli uffici della comunicazione del governo, ed è su quello che per una settimana si è concentrato il dibattito pubblico, ed è su quello che si sono espressi anche esponenti della maggioranza di governo. Tutti a parlare – e Fitto per prima, evidentemente, in quel 31 maggio – di una Relazione che, scopriamo, non c’era? “Il governo, quindi, non sbianchetta, e non contraddice se stesso”, conclude Fitto nella sua nota, alludendo ai titoli del nostro giornale. E qui però, più che la cronaca, a smentirlo è la logica. Ché qualcuno, nel governo, avrà pure dovuto modificarla, la Relazione, se quella approvata il 31 maggio della Cabina di regia è diversa da quella trasmessa giovedì alle Camere. O no?

Di più su questi argomenti:
  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.