(foto LaPresse)

passeggiate romane

Nel Pd sono tutti pronti ad aiutare Schlein, cioè a metterla sotto tutela

Bonaccini, Guerini, Orfini e Delrio aspettano al varco la segretaria. E chiedono di essere coinvolti di più. Intanto Renzi e Calenda continuano ad andare avanti senza parlarsi

Le vecchie volpi del Partito democratico sono convinte che sia giunto il momento di poter mettere Elly Schlein sotto controllo. Per questa ragione aspettano con impazienza la convocazione della Direzione. Non certo per andare all’assalto della segretaria eletta da poco, perché non sarebbe certo una soluzione. Ma per far capire alla leader che non può più fare tutto da sola senza consultare i big delle correnti e i dirigenti di lungo corso del partito. Ed è per questo che Schlein, che nonostante certe apparenti ingenuità ha ben presenti i meccanismi del Pd, ha temporeggiato finora sulla convocazione di una direzione che di prassi viene sempre indetta a pochi giorni da una tornata elettorale, qualsiasi sia il risultato.

 

Stefano Bonaccini, Lorenzo Guerini, Matteo Orfini, Graziano Delrio aspettano al varco la leader. Non per sgambettarla ma, per dirla nel loro linguaggio, per aiutarla. Tradotto: per metterla sotto tutela. E il bello è che anche i maggiorenti che si sono schierati sin dall’inizio con la leader vorrebbero fare altrettanto. Schlein però non molla: “Non tornerò al passato, sono stata eletta con un preciso mandato e su una precisa piattaforma e quindi andrò avanti”. Francesco Boccia, potente capogruppo del Senato, che è un suo fervente sostenitore, la incalza a tirare dritta per la sua strada. Anche lui conosce bene i meccanismi del Partito democratico e sa che se la segretaria non recede alla fine le vecchie volpi saranno costrette ad abbozzare. A pochissimi mesi dall’elezione di Schlein è infatti impensabile che qualcuno alzi i toni contro di lei, perciò, secondo Boccia, non c’è bisogno alcuno di preoccuparsi e di tirarsi indietro. L’area che fa capo a Bonaccini, comunque, continua a scalpitare. Soprattutto quelli che non sono stati premiati dalla nuova gestione, quelli che non sono entrati in segreteria o che non hanno avuto un incarico fremono e vorrebbero da parte del loro leader un piglio più decisionista nei confronti di Schlein. Ma il presidente della regione Emilia-Romagna è convinto che questo non sia il tempo delle fughe in avanti, perciò invita tutti alla calma: “Ragazzi, ci vuole pazienza, tanta pazienza”, continua a ripetere a tutti Bonaccini.

 

Nel frattempo, la coppia anomala della politica italiana, cioè quella composta da Carlo Calenda e Matteo Renzi, continua ad andare avanti senza parlarsi. I messaggi tra i due vengono scambiati tramite intermediari. Il leader di Azione, che è sempre più insofferente all’abbraccio con Italia viva anche se per ora ha sotterrato l’ascia di guerra, sta cercando un modo per sfilarsi dall’intesa con Renzi, di cui continua a non fidarsi assolutamente. Anche perché Calenda è convinto che l’ex premier sia seriamente intenzionato ad approdare a destra. Renzi continua a negare che sia questo il suo vero obiettivo, ma il leader di Azione fatica a credergli. Per questa ragione vorrebbe sganciarsi prima delle elezioni europee. Ma è esattamente questo che il numero uno di Italia viva vuole evitare. Il braccio di ferro tra i due, per quanto silenzioso, è sempre in corso. E Renzi continua a dire ai suoi che, per quanto il leader di Azione cerchi di divincolarsi, non riuscirà nel suo intento. Il succo delle rassicurazioni dell’ex premier è più o meno questo: non preoccupatevi che ho i miei metodi per convincerlo.

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