Viale Mazzini

Porro rifiuta la Rai: altro problema. Avanzano i giovani. Ipotesi Salvo Sottile

Carmelo Caruso

Il volto di Mediaset dice no all'offerta di Giampaolo Rossi. Mediaset ora passa al contrattacco. Pionati diventa l'eroe Rai. Per Rai 3 oltre a Giorgino entra in corsa Salvo Sottile

Novantesimo minuto Rai: Nicola Porro resta a Mediaset. In Rai non ci va. (Pier Silvio) Berlusconi 1 -Meloni 0. Rai 3, problema al centro. Il direttore generale, Giampaolo Rossi, ha trattato con Porro, ma Porro non poteva ritrattare la sua lealtà al Cav., che lo riempì di denaro quando Porro rimase a spasso dalla Rai. Indimenticabile. Mediaset è la vera Sant’Egidio del giornalista maltrattato. Che si fa? L’ad Roberto Sergio, quando ha saputo della fumata nera, avrebbe detto: “Io che c’entro? Io sono ad. Io almeno una certezza ce l’ho. E’ Pionati”. A Viale Mazzini, la Virtus Rai Fanfani, allenata da Sergio, ha già surclassato la Hellas Rai Meloni, allenata da Rossi.

 

Sergio-Patton, cresciuto con Pier Ferdinando Casini, in calzettoni, è il solo che si diverte. Fischietta l’inno dello Scudocrociato “O Bianco Fiore/ simbol d’amore”. Quanto si racconta è tutto vero, come il titolone della Gazzetta dello Sport. Prima di sviscerare  i problemucci di palinsesto Rai, elencati ieri nel comitato editoriale, riunito da Sergio, va celebrato, lui, il numero sette della Dc, il nuovo direttore del Gr radio, Francesco Pionati, l’ex chigista che ha una vita più lunga e avventurosa di José Buendia, il capostipite di Cent’anni di solitudine. Nel caso di Pionati è Cent’anni di gratitudine Rai. Entra in Rai nel 1983 e scala il Tg1. Lascia il Tg1 e si candida con l’Udc (eletto sia deputato sia senatore). Quando l’Udc fa la fine che fa, Pionati-Buendia fonda un partito (Aic) e infine, stanco da tanta fatica, torna in Rai. Nessuno si era accorto che fosse ancora una forza della tv pubblica e che in Rai esistesse la canonica Pionati. Lo davano per pensionato. Ma  Salvini, il segretario che fa miracoli, lo richiama in servizio: “Francesco faremo il tuo nome per dirigere il Gr1”. E lui: “Matteo, non sono degno, ma dì soltanto una parola, e io sarò indicato”.

 

E infatti Sergio lo ha indicato direttore. All’orecchio, i leghisti: “Compagno padano Pionati, ci sarebbe da dare una striscia radiofonica a Marcello Foa e pure a Francesco Storace, ricordalo. Senza impegni, eh. Quando puoi”. Ma ora la scena. Nella stanza di Sergio-Patton i nuovi direttori firmano i contratti. Sorrisi, brindisi. Ecco che avanza  la sagoma di Pionati, che per la generazione 1985, è il principe del panino, il rancio  che lo spettatore Rai ha ingurgitato per anni. Correva l’anno 2006 e Pionati, a Repubblica, spiegava come si prepara il panino  giornalistico, il servizio panino: “La prima fetta di pane spetta al governo, in mezzo ci metti la fettina di mortadella dell’opposizione che protesta, poi, puntualmente, arriva la seconda fetta riservata alla maggioranza di governo. Se però all’opposizione ci sta Berlusconi, l’ultima fetta resta sempre sua. Mai dare l’ultima parola a un comunista”. Questo sì che è catechismo. Elly Schlein dovrebbe prendere ripetizioni da Pionati. La Talpa d’Italia, il giornalista Rai-FdI, piccolo inciso, fa notare che la frase pronunciata della Schlein in direzione Pd (“non statemi addosso”) è stata rivolta a un suo amico dalla moglie, proprio la settimana scorsa. “E’ finita che la moglie è scappata con un artista, uno di quelli che frequenta il Cinema America di Valerio Carrocci, er mejo prodotto della sinistra capitolina. Non solo se fregano i voti, pure e moji”.

 

Dunque, Pionati, da Sergio-Patton, dice (è un resoconto): “Caro Roberto, guarda. Siamo io, te e Antonio (Preziosi, direttore del Tg2, anche lui ex Dc). Oggi siamo noi che governiamo questa grande televisione. Roberto, pensa alla mia storia. Quest’azienda è un’azienda capace di dimenticare un suo giornalista per anni, chiuso in una stanza, e poi farlo direttore del Gr come nel mio caso. Che grande storia la Rai”. E’ stato Dc pride. Pionati-Buendia aggiungono che dalla felicità parlasse a ruota libera, anzi, dicono, troppo libera. Pochi giorni fa ha rilasciato una intervista al Corriere che non era stata autorizzata (ma Pionati è Pionati, e che diamine) e da allora Sergio-Patton ha dato disposizione: “Non parla più nessuno”. Ci abbiamo provato pure noi. Pronto, direttore Pionati, possiamo? “Foglio, perdonami, ma non posso. Sai, c’è stato un problemino”. Rispettiamo il problemino. Il problemone Rai, si sa, è sempre l’altro. Chi ce mettemo che fa ascolti? Porro quindi niet. Beppe Caschetto, l’agente di Fazio e Annunziata, continua a svuotare la cisterna di Mazzini e potrebbe continuare a farlo. Il terzo polo, dato quello di Calenda e Renzi è fallito, in pratica lo fa lui con La7 e Discovery. Tra gli artisti ha pure Stefano De Martino e a Mediaset servono conduttori giovani alla De Martino. Ma anche in Rai servono i giovani. Vuoi vedere che possono essere la soluzione? Nel politburo, il comitato editoriale, convocato da Sergio-Patton (ieri nuovo ordine di servizio: Davide Di Gregorio diventa capo staff di Giampaolo Rossi; Nicola Rao super direttore della comunicazione, a Paola Sciommeri va la iper carica della direzione immobiliare e pure il coordinamento delle sedi regionali estere) ecco farsi largo il modello Empoli.

 

E’ sintetizzato dalla Talpa: “Se “i bigge della tv non vengono, sperimentiamo risorse interne e giovani”. L’Empoli Rai sarebbe questa: “Al Tg1, Andrea Lucchetta (inviato in Ucraina) Mario De Pizzo (è stato l’unico che intervistò Draghi), Giorgia Cardinaletti, volto. Al Tg2, Gianmarco Sicuro. A Rai Parlamento c’è Francesca De Martino, a Rai 3, Jari Pilati, Jacopo Cecconi e Giorgia Rombolà. Gli altri, sul campo, sono Tommaso Giuntella, Sara Mariani, Francesca Martelli”. La Talpa è convinta che si può benissimo diventare Inter. Francesco Giorgino, si è detto, avrà una trasmissione. Ma la vera sorpresa, per una conduzione, sempre su Rai3, può essere quella di Salvo Sottile. Ha il baffetto di Modugno, ha percorso tutta l’autostrada dell’informazione Palermo-Enrico Mentana    solo andata (ha iniziato a Canale 5), in Rai ha sperimentato, con successo, il programma Prima dell’Alba. Entra in corsa. E poi c’è pur sempre Pionati. L’unica certezza della Rai. C’è chi va, chi resta, ma lui mai, portiere di notte del solo vero albergo pubblico rimasto, il Gran Pionati hotel. Per colazione, ovviamente, panino, imbuRaiato.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio