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Per i pm di Roma Delmastro ha violato il segreto amministrativo sul caso Cospito

Redazione

Il gip, non accogliendo la richiesta della procura, ha anche fissato l’udienza preliminare, che si terrà a luglio, e che servirà a sentire le parti coinvolte. Si tratta di una cattiva notizia per il sottosegretario, almeno per due ragioni

Il gip di Roma non ha accolto la richiesta di archiviazione che la procura aveva formulato nei confronti del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio per aver riferito al suo compagno di partito (nonché coinquilino), Giovanni Donzelli, il contenuto delle informative del Dap sui colloqui tra Alfredo Cospito e due mafiosi al 41 bis (colloqui poi rivelati da Donzelli all’intera Aula della Camera con lo scopo di attaccare alcuni esponenti del Partito democratico).

Il gip, non accogliendo la richiesta della procura, ha anche fissato l’udienza preliminare, che si terrà a luglio, e che servirà a sentire le parti coinvolte. Si tratta di una cattiva notizia per Delmastro, almeno per due ragioni.

La prima è che rigettando la richiesta di archiviazione il gip lascia spazio alla possibilità di chiedere ulteriori indagini su Delmastro, se non addirittura la sua imputazione coatta. La seconda ragione è legata al contenuto della richiesta di archiviazione, che – si legge in una nota della procura – “riconosce l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo ed è fondata sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extra penale”. Insomma, la procura guidata da Francesco Lo Voi riconosce l’esistenza della violazione del segreto amministrativo, ma nega la presenza dell’elemento soggettivo del reato. Una posizione che, a dispetto della soddisfazione manifestata da alcuni settori di Fratelli d’Italia, mantiene il sottosegretario alla Giustizia in una posizione scomoda, che si riverbera sulla credibilità dello stesso titolare del dicastero, Carlo Nordio. Costretto a riferire in Parlamento sull’intera vicenda, infatti, Nordio affermò che il documento citato da Donzelli alla Camera su input di Delmastro non rilevava “contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati”. Non proprio quanto accertato dai magistrati. 

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