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Il caso

Calenda convoca il Comitato politico del Terzo Polo. La rottura con Renzi è più vicina

Ruggiero Montenegro

"Altro tempo da perdere non ne abbiamo", dice il leader di Azione, convocando oggi l'assemblea per votare la proposta di costituzione del partito unico. Ieri sera la riunione di Italia viva. "Folle mandare a monte tutto, se Calenda dirà di no si assumerà le responsabilità", le parole di Renzi

Dopo le tensioni, l'accelerazione che avvicina il divorzio. "Altro tempo da perdere non ne abbiamo", dice Carlo Calenda. L'appuntamento è alle 18.30, quando si terrà il Comitato politico del Terzo Polo (che riunisce i nomi più pesanti di Azione e Iv) "per discussione e votazione della proposta di costituzione del partito unico". E' lo stesso leader di Azione ad annunciarlo, Una conta per fare chiarezza e pesarsi, con il rischio che le posizioni già parecchio distanti diventino inconciliabili, in maniera definitiva.

 

Si ripartirà nell'assemblea di oggi pomeriggio dalla proposta che, afferma Azione attraverso i suoi canali, è stata recapitata a Matteo Renzi "settimane fa e da lui respinta". Nel documento, vengono affrontati i principali nodi che hanno portato allo scontro tra Renzi e Calenda: dal finanziamento allo scioglimento dei partiti, in vista della nuova (ormai difficile) formazione politica. In particolare, accanto alle garanzie di democraticità del processo federativo, delle regole d'ingaggio e di rappresentanza, si legge che "Azione e Iv trasferiranno al nuovo partito il 70 per cento delle somme ricevute dal 2 per mille a partire dalla seconda rata del 2023, fino allo scoglimento dei partiti che dovrà avvenire entro il primo trimestre del 2025". 

 

"Aspettiamo risposte di merito", fanno sapere da Azione che ha pubblicato la proposta nella tarda serata di ieri. Una risposta alle parole che Matteo Renzi ha pronunciato ieri sera nel corso dell'assemblea di Italia via. Un incontro già programmato, ma che inevitabilmente ha affrontato il tema - e le polemiche - del partito unico. "Da parte mia non farò nemmeno mezza polemica. Non mi faccio trascinare nelle beghe politiche", diceva l'ex premier, secondo cui il percoso di fusione tra i due partiti deve andare avanti, ma senza lo scioglimento preventivo della sua forza politica. "E' folle mandare a monte tutto, se Calenda dirà di no si assumerà le responsabilità", aggiungeva, esortando i suoi a tenersi a tenere bassi i toni. 

 

In un altro passaggio tuttavia il senatore di Scandicci ha voluto chiarire, rispetto al suo nuovo ruolo da direttore de Il Riformista e alle perplessità espresse da Calenda, che "nella telefonata che ha preceduto la conferenza stampa Carlo era entusiasta e mi ha spiegato che bisognava fare il giornale del Terzo polo. Io gli ho spiegato di no, che non aveva senso". Tutta un'altra storia rispetto a quella raccontata dal leader di Azione, che più volte ha invitato il collega a non confondere politica e informazione, evocando il rischio di un "conflitto di interessi".

Difficile, insomma, trovare una quadra con questi presupposti. Lo si capisce anche dal fatto che questa mattina Calenda è tornato a rilanciare il tesseramento in Azione (quache giorno fa era invece Italia viva ad annunciare una mobilitazione analoga). Ma non solo. Perchè intervistato dal Corriere, l'ex ministro dello Sviluppo tecnologico ha voluto esplicitare ulteriormente tutti i suoi malumori. "Ho l’impressione che Renzi voglia bloccare tutto fino alle Europee ritardando ogni decisione e poi si vedrà in attesa della prossima mossa del cavallo. Il nostro progetto non può dipendere da una persona che per il 90 per cento del suo tempo fa altro", ha attaccato, rimarcando la volontà di andare avanti, anche da solo, nel costruire "la casa dei riformisti".

 

Pronta la risposta di Italia Viva, affidata a Maria Elena Boschi. "Renzi stavolta non c'entra niente. Si è messo da parte", ha detto la fedelissima renziana. "Nessuno si capacita del perché Calenda abbia cambiato idea, all’improvviso. Le garantisco che ieri mattina anche i colleghi di Azione erano stupiti. Spero che la saggezza prevalga". Ma con queste premesse e al netto dei protagonisti in campo, capaci ogni retromarcia, più che la speranza forse, servirebbe uno psicologo. Chissà.