Carlo Calenda e Matteo Renzi (Ansa)

nel Terzo Polo

I dubbi di Calenda su Renzi direttore del Riformista

Redazione

"Dovrà stare attento a chiarire che quello non sarà un giornale di partito. Serve una separazione molto netta per evitare conflitti d’interesse", dice il leader di Azione, dopo la nomina del senatore toscano alla guida del quotidiano garantista

Parlare di tensioni o malumori è probabilmente esagerato. Ma qualche perplessità sul nuovo ruolo di Matteo Renzi, su quella che ha definito una situazione "inedita", a Carlo Calenda deve essere venuta. "Complimenti per il nuovo prestigioso incarico", twittava subito dopo aver appreso la notizia. Poi qualche dubbio su come il senatore toscano dirigerà Il Riformista è affiorato.

 

Lo si capisce dalla parole pronunciate da Calenda, in tv e sui giornalii. "Dovrà stare attento a chiarire che quello non sarà un giornale di partito", ha spiegato in un'intervista alla Stampa. "Gli faccio i miei auguri, se è questo che vuole fare nella vita, figurarsi". L'importante è non scavallare, evitare invasioni di campo che possano rallentare quel processo federativo che va avanti da circa un anno per mettere sotto un tetto comune Azione e Italia viva. Un percorso che dopo il discreto risultato elettorale alle politiche di settembre, si è attestato ben al di sotto delle aspettative nelle varie regionali, in particolare quelle lombarde. Nel frattempo Renzi - che già nelle passate settimane aveva annunciato in qualche modo un disimpegno, una pausa, dalla politica e dalla polemica "day by day" - ha preso un'altra strada, almeno per un anno. 
 

Una scelta che, pare, non sia stata discussa o condivisa. E' lo stesso Calenda a lasciarlo intendere: "Mi ha telefonato Renzi prima di fare la conferenza stampa". Niente ragionamenti di opportunità che forse l'ex candidato sindaco a Roma avrebbe gradito, se è vero come ripete quasi quotidianamente che "l'unica cosa che a me interessa è costruire un partito". E d'altra parte le sortite del leader di Italia viva, al di fuori della politica, non piacciono troppo a Calenda, che non ha mai risparmiato critiche, anche aspre rispetto all'attività di conferenziere e consulente del suo collega di partito. 

 

E quella separazione tra campi, auspicata ai tempi del rinascimento saudita, torna a chiederla oggi: "L'informazione è un contro potere. Serve una separazione molto netta per evitare conflitti d’interesse", ha detto a La7 Calenda,  secondo cui "un senatore anche direttore di giornale è inedito, perchè è vero che ci sono stati altri casi, ma erano giornali di partito". E il Riformista non potrà diventere l'organo ufficiale dei centristi. "Renzi dovrà essere in grado di tracciare una linea tra il suo lavoro di senatore e quello di direttore di giornale. Lo deve ai suoi elettori e ai lettori del Riformista. Non è una cosa semplicissima".

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