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Il caso

Rai way: sulle nomine è già scontro Lega e Fi

Carmelo Caruso

Il cda Rai è chiamato a designare presidente e ad della sua partecipata. I nomi sono quelli di Giuseppe Pasciucco e Roberto Cecatto (vicino alla Lega). Forza Italia si mette di traverso

I nomi ci sono ma l’intesa no. Alle ore 19 il Cda della Rai si riunisce. All’ordine del giorno l’indicazione dei vertici di Rai Way, la partecipata Rai che detiene le torri di trasmissione e che la Rai prevede di cedere. La Rai è chiamata a fare due nomi: quello del presidente e quello di ad. Il cda di Rai way è scaduto a dicembre, ma il cambio dell’attuale ceo, Aldo Mancino, è inatteso e preoccupa non poco gli operatori finanziari.

Gli istituti di credito, che hanno letto stamattina la notizia sono perplessi. I favoriti per la carica di presidente e di ad sono rispettivamente Giuseppe Pasciucco e Roberto Cecatto. Uno è il capo staff dell’ad Carlo Fuortes (in procinto di lasciare la Rai per andare alla Scala) mentre l’altro, Cecatto, è direttore della Infrastrutture Rai. Quest’ultimo è un uomo vicino alla Lega, partito che otterrebbe così una preziosa nomina, la prima vera nomina in una partecipata. Pasciucco aveva invece già ricoperto la carica di presidente del Cda di Rai Way ma si era dimesso. Una delle ragioni che lo avevano convinto a lasciare era il nuovo incarico di capo staff.

Da anni si parla di un progetto di fusione tra Rai Way e Ei Towers, società del gruppo Mediaset. Obiettivo è costruire un colosso delle torri. Da capo staff, Pasciucco aveva ritenuto incompatibile, mantenere anche l’altra carica. Oggi il ritorno, forse. Il Cda della Rai è infatti spaccato. I voti al momento sono tre a tre. Pesa il voto di Marinella Soldi, presidente della Rai, ormai in conflitto con Fuortes. Ma pesa anche il voto di Simona Agnes, vicina a Gianni Letta, l’incaricato da Berlusconi per gestire il dossier nomine. In Rai starebbe per andare in scena il primo scontro sulle nomine tra Lega e Forza Italia. Il Mef, azionista Rai, e il suo ministro Giancarlo Giorgetti, appoggiano le indicazioni di Fuortes. Forza Italia, che deve ottenere e farsi valere al prossimo tavolo, fa ostruzione. È solo un’esercitazione di nomine ed è già una prova di lite.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio