La conferenza delle regioni (Ansa)

le reazioni

“Nessuna spaccatura sull'autonomia", dice Calderoli. L'ottimismo della Lega e i dubbi di Emiliano

Ruggiero Montenegro

Il ministro presenta la sua proposta alla Conferenza delle regioni. "Così è incostituzionale, Prima delle intese devono essere individuati i livelli essenziali delle prestazioni", dice il presidente della Puglia. Zaia e Fedriga accelerano: "Norma entro il 2023". Ma il M5s annuncia un'interrogazione parlamentare

Certo, non mancano differenze e diffidenze, c'è chi - come il Pd - ha messo in guardia sulla costituzionalità del provvedimento, ma lo scontro totale evocato ieri da Vincenzo De Luca – insieme al fronte delle regioni meridionali – per il momento è rimandato. La strada è ancora lunga, ma intanto: “Sostanzialmente nessuno si è dichiarato contrario all’autonomia differenziata", dice Roberto Calderoli, il ministro per gli Affari regionali che oggi nel corso della Conferenza delle regioni ha presentato la sua proposta. A margine dell'incontro, spiega che "non c'è una spaccatura” tra i governatori, quanto “una paura del sud che qualcuno sia avvantaggiato, a discapito delle regioni meridionali”.

Sono i timori rappresentati dal presidente della Puglia Michele Emiliano – forte anche della posizione del Pd nazionale – secondo cui Calderoli "ha presentato una bozza di lavoro, non un vero e proprio documento del governo, ma un'ipotesi utile a iniziare discussione”. Servirà insomma una legge cornice vera e propria, in cui indicare chiaramente quali materie decentrare e quali mantenere in capo allo stato, per esempio “la scuola, l’energia e il trasporto", dice Emiliano. Altrimenti, il rischio è “una babele in cui il cittadino italiano spostandosi sul territorio, trova regole diverse. Ciò non è coerente con la Costituzione vigente”. Per Il governatore pugliese quindi “prima di eventuali intese devono essere individuati i Lep (livelli essenziali delle prestazioni”.

Ma questa intesa alla fine si troverà, lascia intendere con fiducia l'altro presidente dem arrivato a Roma per la Conferenza. “Sono anni che questo percorso va avanti e procederà. Procederà perché è già nei fatti che abbiamo forme di autorganizzazione per gestire, con migliore efficienza, servizi a beneficio dei cittadini nelle singole regioni", è il ragionamento Eugenio Giani. Il governatore toscano ritiene “che l’autonomia differenziata non vada letta come un problema di risorse che crea squilibri".

 

È anche la tesi sostenuta dagli amministratori del nord-est. “L'autonomia non toglie nulla a nessuno", dice Luca Zaia, che trova “logico, naturale e umano che ci sia un dibattito perché stiamo parlando della più grande riforma che il nostro paese sta facendo dal dopoguerra”. Anche per questo il presidente del Veneto ha teso una mano a De Luca, a proposito dei Lep: “Sono previsti dalla Costituzione e se non sono stati fatti non è per colpa di chi vuole l’autonomia. Siamo i primi a tifare perché si facciano, facciamoli subito”, è l'invito rivolto al governo. È fiducioso Zaia. E lo è anche il suo collega di partito Massimiliamo Fedriga. Anche il governatore del Friuli Venezia Giulia conferma che i “Lep ci devono essere. Dopo l’incontro di oggi sono ottimista”. Al punto da indicare anche una data di massima per concludere il percorso verso l'autonomia: “Realmente la norma potrebbe esser approvata entro il 2023”. È la stessa indicata da Calderoli. 

 

Segnali di apertura arrivano anche dalla Basilicata, con Vito Bardi che pur confermando come i livelli essenziali siano “precondizione indispensabile a ogni prospettiva futura”, ha detto che la sua regione è “molto interessara al tema dell'energia”. E pure per Giovanni Toti la discussione "è stata proficua perché, al netto di qualche polemica di stampa, nessuno si è sottratto al dibattito con il ministro".

 

Resta da capire come le diverse sfumature emerse saranno poi tradotte in Parlamento al momento della discussione vera e propria. In particolare tra le opposizioni. Accanto alle istanze di una parte del Pd, ribadite da Emiliano, si trovano su posizioni più battagliere Sinistra italiana e Verdi e soprattutto il Movimento 5 stelle, che ha presentato un'interrogazione parlamentare: per i grillini la bozza di Calderoli rappresenta “un potenziale attacco al sistema di solidarietà e sussidiarietà che finirà per togliere risorse e prospettive al sud", come ha dichiarato la senatrice M5S Vincenza Aloisio. 

Di più su questi argomenti: