Foto di Fabio Frustaci, via Ansa 

Corsa alla segreteria

Schlein va verso le primarie, forse a gennaio. E il Pd aspetta Bonaccini

Redazione

I dem hanno bisogno di una guida al più presto. Il segretario Enrico Letta lo sa e ipotizza di accelerare la strada che porta al voto, soprattutto in vista della prima grande sfida contro la destra di governo: le regionali nel Lazio e in Lombardia

Venerdì pomeriggio Elly Schlein, vicepresidente dell'Emilia Romagna, ha detto di voler "aderire al percorso costituente" del Partito democratico. Un nuovo Pd e una candidata emergente alla segreteria. Adesso manca solo che Stefano Bonaccini sciolga le riserve sulla sua candidatura. E il presidente e la vice saranno ufficialmente in gara per aggiudicarsi la guida dei dem. 

 

Il nuovo segretario serve subito, in modo da capire subito quale sarà la direzione che prenderà il ricostituito Partito democratico e, in quanto tale, che tipo di opposizione metterà in atto nei confronti della destra di governo. Per questo il segretario Enrico Letta, come ipotizzato da Repubblica, sembra aprire all'ipotesi delle primarie a gennaio - massimo inizio febbraio. Questo perché si avvicina la prima grande sfida delle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia e, per ora, a muovere i candidati del campo progressista è il Terzo polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Sono loro ad aver schierato i propri candidati: da una parte Letizia Moratti, ex vicepresidente di regione, che sarà avversaria del presidente uscente Attilio Fontana, e dall'altra, nel Lazio, Alessio D'Amato, già assessore alla Sanità.   

 

Una linea di partito che fa capo a un leader saldo è condizione imprescindibile perché il Pd possa agire da attore protagonista nelle scelte sui nomi. Nel Movimento 5 stelle c'è Giuseppe Conte, che sta apparecchiando un'opposizione - almeno nelle intenzioni - a sinistra dei dem e che, sul termovalorizzatore, decide di ha rotto la possibile alleanza nel Lazio con il partito di Letta. Rotti i rapporti con i pentastellati, c'è da capire se il Pd si rivolgerà al Terzo polo, e quindi a Moratti e D'Amato. Su Moratti, soprattutto, la situazione è nebulosa: i segnali sono discordanti. C'è chi dice "assolutamente no", come l'ex sindaco milanese Giuliano Pisapia, e chi invece sembra voler aprire le porte, come la ex ministra della Difesa, Roberta Pinotti.

   

Perché il partito non appaia come uno sciame di voci confuse e discordanti è quindi necessario un segretario - o una segretaria. Ed ecco dunque un abbozzo di calendario: entro Natale dovrebbero essere presentati i nomi dei candidati ufficiali e, dopo il confronto e le discussioni, a fine gennaio si andrebbe a votare. Bonaccini resta il favoritissimo, ma oltre il muro compatto dell'ala riformista, si fa strada Schlein.