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Salvini fa il maestro Perboni. Studia i dossier e pensa alle caselle dei vice. Assedio a Giorgetti

Carmelo Caruso

Il segretario della Lega fa eleggere i due capigruppo (Molinari e Romeo) e seleziona nuovi volti. In Veneto c'è un caso Padova. Ambienti romani si scagliano contro il suo candidato al Mef

Il segretario Salvini sgobba come un mulo. I veneti direbbero: “E’  uno sgobon”. Nelle sue giornate indefesse ha trovato una tregua per approfondire i dossier economici. Non è certo come Giangiacomo Giorgetti che fa il poeta: “Uffa, voglio il mio lago”. Oltre la pace, su cui è sempre impegnato, il segretario svolge anche il compito di maestro Perboni della Lega, quello del libro Cuore. Alle 13 ha fatto eleggere, con acclamazione, il fido sergente Massimiliano Romeo capogruppo del Senato. La giornata era serena.

 

Claudio Borghi ha anche presentato la moglie a Carlo Cottarelli che ha un nuovo zainetto: “Piacere, Giorgia”. Alle 15, come previsto, Riccardo Molinari, detto Il Mol, assumeva la carica di capogruppo alla Camera. Diciamo la verità, lo hanno visto mogio. Il dolore non si placa. Rebecca Frassini, la compagna del Mol, anche lei onorevole della Lega, chiamata Lady Rebecca, è preoccupata.  Il Mol si è scelto come suo vice Domenico Furgiuele, deputato calabrese che ha festeggiato l’elezione con una bottigliona da cinquecento euro. E’ uno che non piace molto ai leghisti del nord. Ha dichiarato che “La Lega a tradizione nordista non c’è più”. Se lo sente Bossi…

 

Questa rabbia del Mol  speriamo finisca. Salvini potrebbe fare qualcosa per sollevarlo. Edoardo Ziello, fedele fante del Mol, può essere eletto questore d’aula. A dirla tutta il buon Riccardo Marchetti, altro leghista alla Camera, avrebbe le carte, dicono. Ma torniamo alla giornata. Segretario Salvini, tu che tutto vedi (anche grazie agli occhi di Marco Pinti, tuo emissario) questa volta eri troppo occupato. A Padova è accaduto qualcosa di sgradevole. Concorderai. Si è svolto il primo congresso della Lega e ha vinto la candidata di Massimo Bitonci,  il Toto Cutugno del Veneto. Si chiama Federica Pietrogrande.

 

Nulla di male eccetto che, devi saperlo segretario, la parte avversa, quella che fa riferimento al Bull Dog, Roberto Marcato, assessore di Luca Zaia, e Fabrizio Boron, altro onesto consigliere regionale, non ha avuto la possibilità di conoscere le liste degli iscritti.  Eleonora Mosco, ex vicesindaco di Bitonci, poi passata con  Toti (tornata nella Lega) ha fatto transumare 20 eletti nuovi. I leghisti padovani che sai “non sono mona” dicono che a molti  fradell non è stato permesso di rinnovare la tessera. Capirai, segretario, che così non si fa. Spiegano: “E’ come nel film Il Gladiatore quando l’imperatore, prima dello scontro con Russel Crowe, affondava una coltellata. E’ impari lottare così”. C’è un’altra questione che ci sta a cuore. In Veneto pensano che esiste un lodo Marcato e che lo statuto non permetta ai consiglieri regionali di candidarsi. Non possiamo credere che Salvini Perboni possa consentire questo. Basta un tuo tratto di penna, caro segretario.

 

Detto questo, le scelte che hai in testa ci convincono. Si racconta che alla Giustizia possa andare, come vice,  il romagnolo Jacopo Morrone. Altra indicazione notevole sarebbe quella di Elena Lucchini al Mite. Veniamo agli Affari Regionali.  Roberto Calderoli, futuro ministro, dovrebbe essere coadiuvato da Alberto Stefani, commissario veneto. Non sindachiamo.  Un ruolo andrebbe ritagliato, e sappiamo che Salvini Perboni lo sta facendo, per Tiziana Nisini, la mondina che nello scorso governo era al Lavoro con il socialista Andrea Orlando. Allo Sport, simpatica, sarebbe, come pare, la scelta di Luca Toccalini. Infine, segretario, una confidenza. C’è un movimento strano. Alcuni ambienti romani, da giorni, attaccano, con furia, Giangiacomo Giorgetti. Non vogliono che vada al Mef. C’è un assedio al cosacco. Solo tu, segretario, puoi intervenire. Si sa che quello non ha la tua tempra. Compone endecasillabi: “O graziosa luna / io mi rammento”. Cordialmente, da Recanati.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio