armamentario leghista
Stampare moneta funziona: così Borghi detta la linea dura della Lega sull'economia
Da Liz Truss "pischella spaventata", alla Germania "cuculo" d'Europa, fino a Draghi che "pensava a come potare le siepi del giardino del Quirinale". Il Pnrr? "Una cessione di sovranità. Non serve a niente". Mentre Meloni si accredita all'estero, negli interventi a Radio libertà il senatore riporta il Carroccio alle origini
Complotti, complotti ovunque. Della serie: non ce lo dicono. I meccanismi della Bce? "Uno dei più grandi numeri di sparizione". Il Pnrr? "È la famosa cessione di sovranità". Maledetta Europa. Stampare moneta? "Non muore nessuno". Draghi e il caro bollette? "Quando abbiamo posto il problema, pensava a come potare le siepi del giardino del Quirinale". E La Germania? "Come un cuculo". Lizz Truss? "Una pischella spaventata".
È il magico mondo di Claudio Borghi. Ne ha per tutti, il senatore del Carroccio, forse rinvigorito dalla ventata di sovranismo spirata dalle urne del 25 settembre. Finanche per lo scacchista americano Hans Niemann accusato di aver barato in un centinaio di partite. Così, giocando in casa, ospite del programma "Scuola di magia" su Radio libertà - il canale che ha preso il posto di Radio Padania, dopo 25 anni -, mentre Meloni lavora per farsi accreditare dalle cancellerie europee, Borghi mette in mostra tutto l'armamentario classico leghista, quello che si muove tra complotti e attacchi, e detta la linea economica. La puntata andata in onda ieri offre un breve campionario del pensiero di una parte del partito, che dopo l'esperienza del governo Draghi non vedeva l'ora di tornare in primo piano. D'altra parte, mentre Borghi&Co. si sbracciavano contro green pass e vaccini, i suoi ministri votavano i decreti insieme a Roberto Speranza.
Si parte, e non poteva essere diversamente, "dal mondo fatato delle banche centrali. Perché nasconde una serie di grosse bugie. C'è il trucco e c'è l'inganno", racconta Borghi. Ma niente paura: "Noi siamo qui apposta per cercare di capirli". Così il leghista euroscettico si addentra nell'analisi. Se la prende con il quantitative easing e con quei banchieri che devono avere qualcosa contro la Lega. La Bce infatti compra titoli di stato da anni ma "l'unico momento in cui non l'ha fatto era, guarda caso, quando eravamo al governo noi con il M5s. E adesso, perchè siam tornati al governo noi". Per Borghi, "Il whatever it takes di Draghi si può applicare per qualsiasi cosa": non solo per le obbligazioni di stato. Stampare moneta funziona, "si possono avere mille miliardi di perdita - come secondo l'economista accade alla banche centrali - e non muore nessuno".
Poi l'analisi della situazione europea si fa più specifica. Si passa ai singoli paesi: "La Germania ha un simpatico comportamento che può provare a nascondere per un po', ma poi salta fuori il comportamento del cuculo. Il cuculo Germania prende tutto il cibo che c'è, e quando ha bisogno di un po' di spazio briga per buttare giù dal nido qualcun'altro", attacca il parlamentare eletto in Toscana. "Fa il cacchio che vuole". L'unico argine arriva dagli Stati Uniti. Da queste parti invece la musica è molto diversa: "Fino a oggi, con il Pd alla guida del paese abbiamo solo detto: com'è umano lei. Questo è stato il compito dell'Italia del Pd, essere felice di pagare debiti degli altri, di chiudere le nostre imprese in favore di quelle tedesche".
Meglio la ritrovata autonomia britannica post Brexit, allora? Dipende. Perché la manovra schock lanciata da Liz Truss, che ha provocato i tumulti dei mercati e la svalutazione della moneta, tutto sommato era una strada che avrebbe potuto dare i suoi frutti: "Dal mio punto di vista, potrebbero lo stesso rischiare. Sai mai che si svegliano e quando la sterlina arriva a un punto sufficientemente basso si accorgono che conviene cominciare a rifare in casa le fabbriche, e magari gira bene". Magari. "Ma se ti spaventi perché sei una pischella, ecco che appena fai una manovra del genere, ti preoccupi e torni indietro", aggiunge l'economista, quasi con rammarico. Lo stesso che ritorna più sostanzioso quando arrivano, nel finale di puntata, le chiamate degli ascoltatori.
Si parla di Pnrr: "È uno dei tanti strumenti del più Europa. E se c'è più Europa c'è meno Italia. È la famosa cessione di sovranità, un aumento del potere per chi sta a Bruxelles". Con il risultato che si "devono fare le riforme chieste da qualcun altro". Un altro ascoltatore fa notare che il Recovery prevede una serie di interventi strutturali sull'energia: "In teoria buona parte dei soldi del Pnrr dovrebbe essere impiegata per questioni energetiche. Peccato che le linee guida ti dicevano di fare delle gran robe green. E voi sapete che green uguale inculata". Insomma conclude Borghi, è "un piano che non serviva assolutamente a nulla e che dovremo riparare noi". Alla faccia delle chiusure, della pandemia e, appunto, dell'Ue. Ma d'altra parte, "il boom economico degli 60' in Italia è stato possibile proprio perché non c'era l'Unione europea". Da Borghi è tutto, almeno fino alla prossima lezione di magia.
L'editoriale del direttore