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L'universo Meloni: gli affetti e i consiglieri che orbitano attorno alla futura premier

Alberto Cantoni

La sorella Arianna e il cognato Francesco Lollobrigida. Poi il guru Crosetto, il responsabile di programma Fazzolari e il "Fratello toscano" Donzelli: chi sono i punti di riferimento – in famiglia e all'interno del partito – della prossima presidente del Consiglio

La famiglia, gli affetti, i consiglieri. L'universo che orbita attorno alla futura premier del nostro paese, Giorgia Meloni, è più vasto e sfaccettato dell'immagine che la sua dimensione politica ha puntato a trasmettere, in maniera sgrossata, all'elettorato italiano (cogliendo nel segno).

 

A partire dalla sorella Arianna, moglie del capogruppo di FdI alla Camera Francesco Lollobrigida, in prima linea davanti alle telecamere ieri, nella trionfante conferenza stampa del suo partito. Uno che può dire – sena troppi fronzoli – che "la Costituzione è bella ma ha anche settant'anni”. Poi lei: sorella di. compagna di. Cognome tondo che non si dimentica. Ma da sempre due passi indietro, anche quattro, come abbiamo già scritto in un articolo qui sul Foglio. “Non mi piace apparire. Non mi sono mai candidata”, ci aveva già raccontato. Alta sette centimetri in più di Giorgia, più grande di lei di due anni. Stessa identica voce, stesso modo di gesticolare. Gli occhi vivi e roteanti, le pause teatrali, la medesima retorica e la battuta in romanesco che ti squarcia. L'indole materna. A giugno, era sicura che avrebbero fatto di tutto per impedire alla sorella di diventare presidente del Consiglio. Poi il patatrac estivo, le elezioni ed eccoci qua. “Gli italiani ci hanno capito. Giorgia è insuperabile. Ha la sintesi in un cervello rapido, veloce”.

 

Meloni (Giorgia) si butta a destra nel 1992, all'età di 15 anni. “Era un momento particolare per il paese”, ci aveva confidato Arianna. “Tangentopoli, le bombe, la mafia. Un giorno, avevo 17 anni, alla fermata della metro San Paolo vidi i ragazzi del Fronte della gioventù che volantinavano. Poi spuntò fuori un certo Terminator, un tipo biondo con i capelli lunghi, che iniziò ad aggredirli insieme ad altri compagni dei centri sociali. Urlavano: voi non potete stare qui, ci fate schifo”. Arianna correrà a casa a dirlo alla madre e alla sorella. Prima il dibattito in cucina, poi lo Sdegno, infine: “Damose da fa’”. Beh, la presidente di Fratelli d'Italia si è data indubbiamente da fare. Il marito di Arianna, Francesco Lollobrigida nipote della stellare Lollo - è chiamato dalle vipere del Palazzo “il cognato di Giorgia”. Prestante, tipo veloce, è lui colonnello del partito. È l’anticamera dei responsi definitivi. La moglie spera che continui “a fare il capogruppo alla Camera”, vista la “pattuglia di deputati molto molto numerosa”.

 

Poi, per Giorgia Meloni, ci sono gli affetti “politici”. La prossima presidente del Consiglio si fida di poche persone e sono sempre le stesse. Come Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di FdI: pochi anni più di Giorgia Meloni, anche lui seguito da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e pilastro del partito, l’uomo che nel pantheon interno della leader di FdI gode del ruolo di saggio. Fin dai tempi in cui Giorgia Meloni militava nelle sezioni dure, tra Garbatella e via Sommacampagna. Anche Fazzolari è figlio della stessa storia, soltanto da un’altra angolazione, quella dell’uomo-macchina che non compare volentieri in pubblico (ma che twitta forte).

 

Naturalmente, c'è anche lui: l’uomo che sta sullo sfondo, Guido Crosetto, ex sottosegretario alla Difesa nel quarto governo Berlusconi e cofondatore di Fratelli d’Italia con Giorgia e con un altro peso massimo, Ignazio La Russa. Già guru dell’economia, del pensiero globale e di quello geopolitico. Forse anche Gran Maestro dell'Ordine. Dulcis in fundo, Giorgia si confronta a livello “inter pares” con altri due profili: uno è il “Fratello” più importante sul territorio toscano, Giovanni Donzelli. All’epoca leader degli universitari del partito, ora è un colonnello con stellette: a Palazzo Vecchio, “Donze” si è preso il merito di essere anti-renziano ante litteram. Adesso è il capo dell’organizzazione e siede a Montecitorio. Fa ordine interno, parla con i circoli, conosce i territori, va spesso in tv. Ed è uno degli artefici della svolta di Viterbo di Azione Giovani. 

 

L'altro è Maurizio Leo, responsabile economico di FdI, esperto di fisco e candidato a un posto importante nel prossimo governo (forse proprio alle Finanze, se verranno scorporate dal superministero dell’Economia lasciando il Tesoro e il Bilancio magari a un tecnico di area). Qualcuno parla già di Agenda Leo, dove il cavallo di battaglia è “più assumi meno paghi”. La squadra sembra pronta da tempo. Esta es Giorgia, loro gli girano attorno.