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Il caso

Sul dl Aiuti Draghi chiama i partiti alla responsabilità: "No agli interessi di parte"

Redazione

Sull'erogazione dei sostegni a famiglie e imprese pesa l'ostruzione in Parlamento (soprattutto dei grillini, sul Superbonus). L'avvertimento del premier: "Serve serietà"

"Attenzione a non prestarvi a fare interessi particolari. In questo momento serve serietà". Mario Draghi non ha digerito affatto i rallentamenti che stanno ostacolando l'erogazione di auti e sostegni a famiglie e imprese italiane. E ieri, nel Consiglio dei ministri convocato per comunicare lo sblocco di altri 6,2 miliardi di euro grazie all'extra gettito fiscale di luglio e agosto, ha voluto essere il più diretto possibile nei confronti delle forze politiche, indirizzando un messaggio ai ministri riuniti a Palazzo Chigi.

Il riferimento non è stato esplicito, il premier non ha puntato il dito contro qualcuno in particolare, ha fatto un discorso più ecumenico. Ma è evidente che non ha gradito l'ostruzione che alcuni, in particolare i grillini, stanno portando avanti in Parlamento. Quello di ieri era un Cdm che ha posto le basi per la cosiddetta terza tranche di aiuti. Ma sulla seconda, licenziata dal governo mesi fa, pesa ancora l'approvazione alle Camere. In questo momento 17 miliardi di euro sono ostaggio soprattutto di un paio di emendamenti del M5s che puntano a modificare le regole per la cessione del credito sul Superbonus. Una questione di bandiera che metterebbe in discussione l'impianto elaborato in questi mesi dal Mef per rendere più impraticabili le frodi, molto comuni nelle primissime fase di applicazione della misura.

Ma anche sull'abbassamento unilaterale del prezzo delle bollette il M5s ha inserito una modifica che, secondo alcuni, andrebbe a vantaggio delle grando società elettriche. E' per questo che Draghi ha intimato, con rispetto, non con ira né tanto meno strigliando alcunché, di "non prestarsi a interessi particolari". Anche perché l'obiettivo di questa fase, a partie delle stesse forze politiche, dovrebbe essere quello di dare seguito in concreto a quello che chiedono a grandi linee in pubblico. E cioè interventi puntuali per alleggerire la situazione economica di imprenditori e cittadini (in ultimo Carlo Calenda, che ancora quest'oggi intervistato da Repubblica chiedeva a Draghi di "fare subto qualcosa" contro l'aumento delle bollette). 

Per questo da Palazzo Chigi sono arrivati a chiedere un sovrappiù di responsabilità. Anche per poter chiudere alcuni dei dossier più urgenti, e rendere l'approvazione di questo terzo pacchetto di sostegni e ristori compatibile con il timing del cambio di governo. Draghi stesso ha già incaricato il sottosegretario Roberto Garofoli di facilitare il passaggio di consegne. Questo perché chiunque prenda il posto dell'ex banchiere della Bce possa agire con tempistiche rapide, certe. Magari non rimanendo vittima dei veti e controveti che non hanno risparmiato il governo neppure in questa fase di stretta emergenza. 

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