Candidati a passeggio

A Verona inizia il tour di Tommasi per vincere il ballottaggio

Francesco Gottardi

Mentre la destra bisticcia, l'ex centrocampista passa in rassegna gli otto quartieri della città. E tra una chiacchiera e l'altra la gente gli chiede: "Sali in casa per una tazza?"

Alla fine lo schiaffo lo rifila Sboarina: "Niente apparentamento con Tosi", annuncia il sindaco uscente - e per capire come Salvini in questa partita conti come il due di coppe quando va a bastoni: "L'accordo a Verona va fatto di corsa", sosteneva ieri il leader della Lega. Spiega meglio il candidato di FdI: "Grazie, ma ogni stretta di mano con chi ci combatteva al primo turno verrebbe percepita dagli elettori come un giochino di palazzo". Forse ha ragione. Forse però è troppo tardi. Perché mentre la destra si perde in intrighi e dietrologie, Damiano Tommasi è già passato alla fase due. Quella decisiva, un quartiere dopo l'altro: "Tosi e Sboarina parlano tra di loro? Noi continuiamo a parlare con la gente. In mezzo alla gente". Sin dal primo mattino.
 

Il Tommasi tour è iniziato giovedì, dalle nove a mezzogiorno. E proseguirà secondo lo stesso format per le prossime otto giornate, tante quante le circoscrizioni di Verona. È stato l'uomo nuovo del centrosinistra a scegliere la strada maestra verso il ballottaggio. Dopo l'exploit elettorale di domenica vuole continuare con quel che sa fare meglio: battere a tappeto la comunità, fermarsi ad ascoltare e proporre. Prima fermata: zona Santa Lucia, sud ovest della città. Lì il Tommasi ex calciatore, poi dirigente e ora politico si fa da parte. C'è solo Damiano in passeggiata, t-shirt chiara e look scapigliato. Guarda negli occhi giovani e anziani, lavoratori e casalinghe. "Vieni, sali in casa a bere un caffè", gli dicono. Lui lo fa. Dibatte con chi si affaccia dal balcone. Con chi è al parco. Si fa presente nelle scuole, da sempre al centro del suo progetto per Verona, lasciando spazio a studenti e personale didattico. Stringe mani, lui sì, tante. Ma fuori dalle logiche del do ut des.
 

E ancora una volta, fuori da quelle dei partiti. Il seguito di Tommasi - agile, itinerante, senza palchi o solenni proclami - è una marea gialla a risvolti blu. Come i colori di Rete!, la lista civica del candidato sindaco. L'unica ammessa nella fase più calda di questa campagna elettorale. L'appoggio di Pd, M5S, Azione e compagnia è fisiologia della politica. Ma niente simboli. Verona e i veronesi devono capire che Damiano corre da sé, insieme a chi lo sostiene dal basso: è facile perché lui è il primo a credere che sia così. E questa settimana nemmeno un angolo di città deve rimanere scoperto dal suo progetto. Il caffè sospeso è l'assaggio dell'amministrazione che verrà, sembra dire Tommasi. Fa un certo che: il famoso e abusato "Casa per casa, strada per strada", a Verona passa da slogan a fatto. Ci sta riuscendo proprio chi, di sinistra tradizionale, quasi non ne vuole sentir parlare. E così dà scacco alla roccaforte di destra. Civismo, si diceva, no?