Elezioni amministrative: i risultati finali

Filippo Passeri

Gli spogli definitivi delle grandi città illuminano tre tendenze principali: il Pd è il primo partito, FdI supera la Lega, il Movimento 5 stelle crolla quasi ovunque

A spogli terminati – almeno nelle grandi città – si possono ricavare alcune tendenze generali che hanno contraddistinto questo round di amministrative. Che rimangono elezioni locali, ma hanno il loro peso nei rapporti di forza intestini alle coalizioni e nell’ecosistema politico generale.

 

Sono tre le indicazioni principali che arrivano dalle urne: il Partito democratico è il primo partito, nei comuni capoluogo di provincia ha totalizzato il 19,3 per cento, anche perché le civiche di centrosinistra “drenano” meno di quelle di centrodestra.

Fratelli d’Italia supera nettamente la Lega, restando ai capoluoghi il partito di Giorgia Meloni dà quattro punti percentuali a quello di Salvini, 10,4 contro 6,3.

Infine, c’è il crollo del Movimento 5 stelle, che storicamente non è mai andato benissimo alle elezioni amministrative, ma nemmeno così male, attestandosi al 2,3 per cento nazionale (per capirci la soglia di sbarramento dei Rosatellum, la legge elettorale attuale, è del 3 per cento).
   

Passando alle analisi dei capoluoghi, sul totale dei 26 che andavano alle urne (22 di provincia e 4 di regione), 18 erano amministrati dal centrodestra, cinque dal centrosinistra e tre da civici. Secondo i dati, ancora parziali, il centrodestra ne porta a casa sette e il centrosinistra tre.
 

A Genova Marco Bucci, candidato del centrodestra unito e appoggiato anche da Italia viva e Azione, viene rieletto sindaco al primo turno intascando il 55 per cento delle preferenze. Ariel Dello Strologo appoggiato da Pd e M5s si ferma al 38 per cento. Nel capoluogo ligure si confermano le tendenze generali già analizzate: FdI al 9,3 per cento contro il 7,7 della Lega. Pd primo partito con il 21 per cento delle preferenze, M5s evanescente, al 4 e mezzo per cento. L’affluenza si attesta al 44,14 per cento, 10 punti sotto la media nazionale (al 54 per cento).
  

A Palermo si archivia il regno, iniziato nell'85, di Leoluca Orlando. Nel capoluogo siciliano vince al primo turno il centrodestra con il candidato sindaco Roberto Lagalla ed è una delle città che cambia segno politico (Orlando era di centrosinistra). Lagalla, appoggiato dal centrodestra unito, la spunta con il 48 per cento delle preferenze (con la legge elettorale siciliana per vincere al primo turno bastava il 40 per cento) contro il 30 di Franco Miceli, candidato di Pd e M5s. Affluenza nel capoluogo al 42 per cento.

  

Anche L’Aquila viene assegnata al primo turno e resta al centrodestra. Nel capoluogo abruzzese si celebra la vittoria di Pierluigi Biondi (54,38 per cento) che la spunta su Americo Di Benedetto che si è piazzato al secondo posto con il 23,78 per cento e sul candidato Pd e M5s Stefania Pezzopane, che arriva terza. Nel capoluogo abruzzese è FdI il primo partito con il 20,5 per cento delle preferenze (8 punti percentuali in più della lega), Pd all’8 per cento e M5s fermo a un drammatico 0,70 (solo 249 voti).

 
Altre affermazioni al primo turno dei sindaci di centrodestra: a La Spezia Pierluigi Peracchini con il 53,5 per cento e ad Asti Maurizio Rasero con il 53,5. A Rieti passaggio di testimone sempre all’interno del centrodestra: all’uscente Antonio Cicchetti subentra Daniele Sinibaldi con il 54,2; ad Oristano Andrea Lutz lascia la poltrona a Massimiliano Sanna con il 56,5 per cento.
 

Brutta sconfitta per la coalizione di centrodestra, in particolar modo per Matteo Salvini, a Lodi, dove il candidato venticinquenne del centrosinistra, Andrea Furegato, con il 58,9 per cento delle preferenze ha sconfitto il sindaco uscente leghista Sara Casanova, ferma al 37,2. Il centrosinistra conferma, poi, Sergio Giordani a Padova, mentre a Taranto Rinaldo Melucci, sostenuto da Pd e M5s, batte Walter Musillo.
   

Nell’ultimo capoluogo di regione al voto, Catanzaro, si va al ballottaggio che si terrà il 26 giugno. L’ex pd Valerio Donato, appoggiato da Lega e Forza Italia senza FdI, si è piazzato in testa con il 44 per cento, seguito dallo sfidante Nicola Fiorita, appoggiato da Pd e M5s al 32.

 

Si va al ballottaggio anche a Verona e Parma. Nella prima la sfida sarà tra il candidato civico del centrosinistra Damiano Tommasi, che ha ottenuto il 40 per cento, e il sindaco uscente, sostenuto dal centrodestra senza Forza Italia, Federico Sboarina. Nella città veneta sono confermati i trend generali con Pd primo partito (13,1) e FdI che supera la Lega (11,8 contro 6,6), il Movimento non si presentava. Anche a Parma il centrosinistra va al secondo turno in pole, con il pizzarottiano, sostenuto dal Pd, Michele Guerra al 44 per cento. Lo sfidante di centrodestra (ma non di FdI), l’ex sindaco Pietro Vignali, dovrà recuperare 20 punti. Anche nella città emiliana Pd primo partito, seguito a debita distanza da FdI e Lega.