(foto Ansa)

editoriali

La surreale gioia per la nave italiana rubata dai russi dimostra che Salvini è un leader bollito

Redazione

Il segretario della Lega è riuscito nell’impresa di essere contemporaneamente il primo leader sovranista che applaude al furto di una nave italiana da parte di militari stranieri e il primo pacifista che definisce “dialogo e diplomazia” un atto di saccheggio e pirateria

Solo un paio di giorni fa Matteo Salvini salutava con gioia la notizia della “prima nave merci partita dal porto di Mariupol”. Si trattava di un video diffuso dal ministero della Difesa russo che mostrava un cargo  “carico di metallo”, scortato dalla flotta del Mar Nero, che nella versione dei militari di Mosca “doveva essere consegnato al porto di Rostov sul Don” in Russia dopo lo sminamento del porto di Mariupol. “Bene, le armi più potenti sono dialogo e diplomazia, l’impegno per la Pace vale più di qualsiasi critica” è stato il commento di Salvini in questa sua nuova veste da pacifista. Il problema, come tanti a partire dalle autorità ucraine avevano fatto notare, era che i russi non stavano facendo ripartire i commerci bensì stavano saccheggiando gli impianti siderurgici della città, mandando la refurtiva in Russia.  E già questo dà la misura di un leader politico che vuole fare il mediatore di pace senza comprende nulla del contesto in cui opera, che non sa distinguere tra propaganda russa e realtà.

Ma c’è di più. Perché la nave trafugata è italiana, di proprietà dei Fratelli Cosulich, storici armatori triestini con sede a Genova. La Tzarevna, questo il nome della loro nave, era rimasta bloccata nel porto di Mariupol con un carico di 15 mila tonnellate di bramme di acciaio destinate alla Tecnosider, un impianto siderurgico che si trova a Udine, nel Friuli di Fedriga, e non a Rostov nella Russia di Putin. “E’ un furto legalizzato” ha detto Augusto Cosulich, amministratore delegato della società. In realtà è più corretto dire che si tratta di un atto di pirateria. I militari russi che occupano Mariupol si sono infatti impossessati della nave che vale 9 milioni di dollari, del suo carico che vale 12 milioni di dollari e anche dell’equipaggio, composto da 5 marinai bulgari di fatto rapiti. Salvini è così riuscito nell’impresa di essere contemporaneamente il primo leader sovranista che applaude al furto di una nave italiana da parte di militari stranieri e il primo pacifista che definisce “dialogo e diplomazia” un atto di saccheggio e pirateria. Due miserie in un politico solo.

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