accordo vicino

Il Pd è convinto: ci sarà un'intesa col M5s sul termovalorizzatore

Gianluca De Rosa

Dal Nazareno sono convinti: c’è tempo per trovare un compromesso sull’impianto che dovrà nascere a Roma "L’importante è non farne una battaglia di bandiera”

Si lavora sulle sfumature e sui ma anche. Sotto la cenere dei rifiuti da inviare al termovalorizzatore ardono le prove di intesa fra M5s e Pd.  Dal Nazareno  sono fiduciosi: c’è tempo per trovare un compromesso sull’impianto che dovrà nascere a Roma. “L’importante – dicono – è non farne una battaglia di bandiera”. Ed in effetti il decreto Aiuti – il provvedimento che contiene la norma sul termovalorizzatore capitolino che ha portato all’astensione grillina dieci giorni fa in consiglio dei ministri – non arriverà alle Camere prima di fine giugno. Forse anche inizio luglio. Insomma, per ridurre la frattura scomposta  che divide il Pd e il governo dal M5s ci sono senz’altro i margini temporali. Le interlocuzioni politiche, per dirla alla Giuseppe Conte, sono già cominciate. A tutti i livelli. A cercare di persuadere il sindaco Roberto Gualtieri a cambiare tipologia di impianto su cui puntare ci sta pensando Roberta Lombardi, l’assessora alla Transizione ecologica che in Lazio governa insieme a Nicola Zingaretti. Ma il tema è stato al centro anche dell’incontro di due giorni fa tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta.

Per adesso la linea del presidente grillino è semplice: se il testo è quello uscito dal Cdm non possiamo votarlo, per questo il governo non deve porre la fiducia. L’esecutivo potrebbe scegliere questa strada per una ragione tecnica: evitare l’assalto alla diligenza dei parlamentari su un provvedimento che vale 14 miliardi. Ma la scelta avrebbe l’effetto di bloccare la possibilità di emendare anche la parte che riguarda il termovalorizzatore. Ma è proprio nelle modifiche alla norma che si gioca la speranza di trovare un’intesa. 
 

I grillini hanno già messo la testa sui possibili emendamenti da presentare in commissione. “Serve un potenziamento per correre con la realizzazione degli impianti in vista del Giubileo del 2025 e dell’eventuale Expo del 2030, per questo siamo a favore dei poteri al sindaco sui rifiuti, ma questo deve accadere all’interno del perimetro del piano rifiuti regionale, andare in deroga può creare un vulnus, anche costituzionale, lasciando al sindaco una capacità d’azione francamente troppo ampia”, dice il deputato M5s Francesco Silvestri. Il piano regionale ovviamente non prevede i termovalorizzatori, per questo il testo attuale del provvedimento consente di derogare alla regola. Il Pd, dunque, non può starci, ma potrebbe offrire invece una via d’uscita linguistica per salvare la faccia agli alleati: una garanzia esplicita sull’ecosostenibilità, che non escluda però la realizzazione dei termovalorizzatori di ultima generazione con emissioni bassissime di sostanze inquinanti. Non tutte le sfumature sono uguali insomma. Non solo. Quella del termovalorizzatore sembra essere per i grillini a tutti una bandiera non ammainabile. “Stiamo parlando di una delle cose più importanti per l’identità del M5S se non veniamo ascoltati anche su questo significa che c’è un tema di governo che va al di là del termovalorizzatore: sarebbe l’ennesimo atto di bullismo nei nostri confronti”, dice ancora Silvestri. Insomma i grillini tirano fuori i muscoli, si fanno irriducibili, minacciano scenari di crisi, ma in Campidoglio sono tranquilli: “Il decreto arriverà alla Camera dopo le amministrative e i grillini torneranno a più miti consigli”.


Intanto Matteo Salvini prova ad infilarsi nei problemi dei giallorossi. L’ex sindaca di Roma Virginia Raggi ha organizzato una raccolta firme contro il termovalorizzatore. Vuole trasformare la questione in un referendum:  sì o no. Nessun spazio per le sfumature che potrebbero salvare l’alleanza rossogialla. E su questo Raggi trova nel segretario della Lega una sponda formidabile. “Noi siamo per il sì”, dice lui. Tutto fumo secondo il Pd. Un deputato dem che conosce bene la vicenda è convinto di questo: “I 5 stelle non hanno i numeri per modificare il testo con una formula che escluda il termovalorizzatore e sull’argomento sono molto meno compatti di quello che dicono, alla fine, opteranno per l’astensione anche in Aula come hanno fatto in consiglio dei ministri”. Insomma tanto rumore, ma senza alcun effetto sugli attuali equilibri politici.

Proprio ieri intanto l’ad di Acea Giuseppe Gola ha annunciato che la multiutility parteciperà alla gara di Roma Capitale per realizzare l’impianto.  E’ un progetto molto importante ed Acea è il candidato naturale sia per la realizzazione che per la gestione dell’impianto”, ha detto durante la presentazione del bilancio trimestrale.

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