(foto di Ansa)

Come riarmare l'Italia

“Sulla Difesa non si può scherzare”. Parla il generale Tricarico

Non solo F-35. Dai sistemi antiaerei ai nuovi poligoni, ecco come potrebbero essere usate le risorse per la spesa militare. I rischi dell'ostruzionismo politico al riarmo

“Per prima cosa, la politica sappia che l’aumento delle risorse per la Difesa sarà irreversibile”, dice al Foglio il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’aeronautica e presidente della fondazione Icsa. “Con la Difesa non si può giocare a dare e togliere, ne conseguirebbero danni irreparabili. Se le risorse vengono aumentate, devono essere poi mantenute. Con l’incremento delle spese militari al due per cento del pil, si può procedere all’acquisizione di nuovi sistemi, tutti pluriennali, che non potrebbero essere interrotti in corso d’opera. La Difesa firmerebbe cambiali da onorare nel lungo periodo. Anche l’aumento delle risorse destinate al personale deve essere certo e duraturo, si tratta di investimenti incomprimibili, a meno che non si intenda trasformare la Difesa in uno stipendificio”.

 

Il generale Marco Bertolini, su questo giornale, ha detto che l’Italia sconta deficit in armamenti e personale. “L’aeronautica gode di una situazione più rosea, ma anche noi abbiamo sogni nel cassetto da realizzare. Negli scorsi anni diversi programmi sono stati bloccati per indisponibilità di risorse. L’F-35 non è soltanto patrimonio dell’aeronautica ma di tutte le forze armate e non solo. Credo che i nuovi investimenti dovrebbero essere razionalizzati al fine di dare una netta centralità a questo bombardiere che è in grado di rispondere a molteplici esigenze”. L’F-35 è stato fortemente osteggiato, in primis dai 5 Stelle. “Oggi ci sono i pregiudizi di Giuseppe Conte, all’epoca di altri suoi compagni di partito. Ma ciò non può bloccare un paese intero”. L’aeronautica attraversa una transizione: i vecchi tornado vengono rimpiazzati dai nuovi velivoli. “Chi si oppone all’impiego degli F-35 ignora che, se oggi gli ucraini fossero dotati di tali mezzi, avrebbero già vinto e i russi non saprebbero a chi addossare la sconfitta. L’F-35 agisce come un fantasma invisibile che colpisce al buio. Ha capacità sconfinate al punto di risultare invincibile nel confronto con qualunque antecessore”.

 

Su quali altri strumenti lei punterebbe? “Dobbiamo rafforzare la nostra difesa antiaerea e antimissile. Se il missile ipersonico russo fosse impiegato su larga scala, sarebbe assai insidioso da fronteggiare. C’è poi il problema delle aree addestrative: prima che i voli a bassa quota andassero fuori moda, avevamo un distaccamento in Canada per effettuarli. Lo stesso vale per i poligoni di tiro: la Sardegna è un territorio ostile alla presenza militare salvo poi avvalersene quando ce n’è bisogno. A Decimomannu abbiamo avviato l’apertura del primo centro internazionale di formazione avanzata per i piloti da combattimento. Si chiama ‘International Flight Training School’, è una iniziativa congiunta dell’aeronautica militare e di Leonardo. Speriamo che i sardi continuino a sostenere l’iniziativa anche in futuro”. Molti pongono il tema dello svecchiamento delle forze armate. “Per l’aeronautica è un problema minore: considerata l’elevata professionalità dei nostri militari, la forza fisica è richiesta soltanto a corpi di élite, in primis ai piloti. Preso atto che il ripristino della naja è improponibile, io suggerirei di ampliare l’offerta delle scuole militari preposte a trasmettere valori e capacità militari. Le quattro attuali non bastano”.

 

Intanto l’Unione europea si dota della prima capacità militare, 5 mila unità per l’esercito comune. “Dopo due anni, hanno diffuso un documento di 47 pagine largamente insufficiente.  Le poche migliaia previste sono una stima  offensiva. E tuttavia io credo che sia un fatto positivo cominciare a ragionare in termini di Difesa comune, pur in assenza di una politica estera unica. Bisogna partire dalla condivisione di formazione e competenze. In pochi sanno che l’unico reparto Nato, composto esclusivamente da personale Nato, si trova a Geilenkirchen in Germania: è un centro di radar volanti con personale multinazionale. Un’esperienza da cui trarre ispirazione”.