(foto Ansa)

facciamo due conti

Spese militari, il supermarket del Conte premier: la lista di cosa comprò al governo

Redazione

Il capo del M5s ha minacciato di far cadere Draghi sull'aumento delle spese per la Difesa. Ma solo nel suo triennio ci fu un'importante incremento nelle dotazioni per le Forze armate. Ecco come sono stati spesi quei soldi

Pur di opporsi al proposito dell'aumento delle spese militari, ha minacciato di far saltare tutto: governo, maggioranza, stabilità istituzionale nel pieno di un conflitto internazionale. Così Giuseppe Conte, quando alla fine ieri s'è trovato l'accordo sull'allugamento dell'intervallo entro cui uniformarsi agli accordi con la Nato (2028), ha esultato. A mo' di: "E' una vittoria tutta del Movimento". Strano a dirsi. Soprattutto se si considera che il progressivo aumento di dotazioni al nostro esercito è un fenomeno che si protrae da diversi anni. E che sicuramente non ha risparmiato l'epoca dei due governi di cui Conte era il dominus, tra il 2018 e il 2021. Anzi, dopo un calo costante, è stata proprio con l'irruzione dei Cinque stelle nelle stanze dei bottoni che la curva è tornata a salire.

Il Messaggero ha calcolato che da quando l'avvocato di Volturara Appula ha preso posto a Palazzo Chigi nel giugno 2018, l'incremento c'è stato per diverse voci di spesa che riguardano le nostre dotazioni militari. Un computo effettivo non è affare semplice, perché rimanda a un rimpallo tra ministero della Difesa, dell'Economia e dello Sviluppo economico, che hanno capitolati e bilanci differenti. Fatto sta che nel governo gialloverde le spese delle forze armate sono cresciute: del 2,8% nella categoria “personale”, dell’11,6 alla voce “esercizio” e del 7,7 sugli “investimenti”. Corrisponde proprio a quell'epoca la vasta mole di ordini che ha riguardato l'ammodernamento del nostro sistema di Difesa. 766 milioni di euro sono serviti per l'acquisto di droni, 900 milioni sono stati destinati all'acquisto di elicotteri "multiruolo". Mentre oltre 600 milioni sono stati spesi per l'acquisti di nuovi sistemi cacciamine di ultima generazione. 

Ma non ci si ferma di certo qui. Perché gli investimenti furono fatti anche su aerei e navi. Si scopre, ad esempio, che per i famosi F-35, quelli su cui sempre si è concentrata la contrarietà del M5s sin da quando erano all'opposizione, sono stati spesi solo nel 2019 circa 690 milioni di euro, che l'anno successivo sono diventati 859. Questo perché, nonostante i grillini si siano trovati al governo, Conte decise di dare seguito agli accordi che erano stati stipulati dai governi precedenti. E non ci fu alcun dietrofront. Per la creazione di una flotta di aerei Piaggio da destinare all'esercito la spesa fu di 5 milioni nel 2018, di 121,7 milioni nel 2019 e di oltre 130 milioni nel 2020. Guardando invece alle spese per l'ammodernamento dei mezzi di combattimento come i carri armati, nel corso del triennio sono stati spesi circa 4 milioni nel 2018, che sono poi diventati 15,5 sia nel 2019 che nel 2020. 

Quando l'ex premier l'altro giorno si è presentato dal suo successore Draghi, che lo ha dissuaso dall'idea di erigere barricate ricordandogli che i suoi governi avevano incrementato la spesa militare del 17 per cento, lui si era difeso dicendo che no, si trattava "solo del 12 per cento". Insomma, analizzando più nel dettaglio come furono usati quei soldi si capisce ancor di più la strumentalità della polemica di oggi. 

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