Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)

Il vertice ad Arcore

Salvini e Berlusconi siglano il patto della Colomba. Ma Meloni fa politica in Parlamento

Ruggiero Montenegro

I leader di Lega e Forza Italia si incontrano e definiscono la linea verso le prossime scadenze di un governo, che in alcune mosse "favorisce l'opposizione". E parlano delle prossime amministrative senza Fratelli d'Italia, che intanto è sempre in testa i sondaggi e rilancia: "Serve una svolta conservatrice"

Appuntamento ad Arcore, un clima di grande cordialità e amicizia, come hanno fatto sapere a margine dell'incontro Lega e Forza Italia: sul tavolo l'agenda internazionale e quella di governo. Mentre Giorgia Meloni presenziava un incontro su “Agricoltura e futuro”, ieri pomeriggio Matteo Salvini ha fatto visita a Silvio Berlusconi, si è presentato con uova e colomba di Pasqua, una sorta di nuovo patto forse, per rinsaldare un asse che ha scricchiato dopo il Quirinale e ora prova a riacquistare forza in vista delle prossime scadenze, governative e non solo.

Al netto di alcune differeze di vedute, non sostanziali assicurano i partiti, i due leader hanno convenuto sulla necessità di impegnarsi per la pace in Ucraina e per fronteggiare l'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia. In particolare è la riforma del catasto a preoccupare il Carroccio, che avrebbe gradito prese di posizione più nette da parte dei forzisti. E forse non è un caso se nella nota diffusa dopo l'incontro al catasto non si sia fatto cenno, si vedrà più avanti, mentre veniva invece sottolineata la necessità di “impedire che vi siano aumenti di tasse a partire da quelle sulla casa”.

 

Sarebbe poi stato affrontato anche il capitolo giustizia, la cui riforma secondo Lega e Fi dovrà essere aggiustata in Parlamento. Ma se il governo al sostegno Draghi non è certamente in discussione – sebbene sull'aumento delle spese militari e sull'invio di armi all'Ucraina, Salvini esprima sempre una posizione un po' fumosa – nel corso della riunione, alla quale ha partecipato anche Licia Ronzulli, è stata condivisa da entrambe le parti la “preoccupazione per il fatto che alcune mosse del governo hanno come unica conseguenza favorire l’opposizione”.

 

E sta proprio qui, accanto agli aspetti legati all'agenda dell'esecutivo, l'altro dato politico emerso dal vertice di Arcore: lo scollamento della (fu?) coalizione di centrodestra che si porta dietro gli straschichi e le rotture della tornata quirinalizia, l'isolamento di Fratelli d'Italia, mentre si avvicina la nuova scadenza elettorale, quelle delle amministrative. Matteo Salvini e Berlusconi hanno parlato anche di questo, dei ritardi nella scelta dei candidati che lo scorso autunno hano provocato tanti maumori alla coalizione e scarsi risultati, da Roma a Milano. C'è la questione della Sicilia e quelle delle città. Temi che però ieri sono stati affrontati senza Giorgia Meloni: “Un vertice di coalizione? Non mi pare sia stato calendarizzato. Ho chiesto chiarezza”, ha detto la leader di Fratelli d'Italia, sottolineando comunque la disponibilità  a parlare con tutti.

 

Appena due settimane fa, durante il suo (simil) matrimonio, Berlusconi aveva investito Salvini del ruolo di "unico vero leader che c'è in Italia. Lo ammiro perché è sincero". Ed ecco che alla luce dell'incontro di ieri sono parole che si arricchiscono di altri significati e nuove prospettive.

Fratelli d'Italia intanto tira dritto: resta la convinzione che alla fine, quando si tratterà davvero di decidere, il partito di non potrà esser messo da parte. E d'altronde i sondaggi parlano chiaro e confermano Fd'I sempre in testa, con oltre il 21 per cento dei consensi, mentre secondo l'ultima rivelazione di Nando Pagnoncelli per La7, Giorgia Meloni è la leader politica più apprezzata, gradita dal 37 per cento degli italiani. Merito anche dell'attività parlamentare svolta nelle ultime settimane, con Fratelli d'Italia che sta giocando un ruolo centrale nella questione realitva all'aumento della spesa militare e degli impegni con la Nato. 

E anche per questo insomma, e in forza delle percentuali, Meloni ieri è tornata ad attaccare a tutto campo: “Il frastuono della guerra ha fatto cascare il castello di sabbia della narrazione progressista”. Un messaggio diretto al centrosinistra indubbiamente ma anche a chi, da posizioni più vicine a FdI, guarda al centro e cerca apparentmenti alternativi. Secondo Meloni la via è molto più semplice: “Ora più che mai serve una svolta conservatrice per tornare ad affrontare la realtà”.

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