(foto Ansa)

Il piano

Ecco quali aiuti e armi manderà l'Italia in Ucraina. Le scelte di Draghi

Luca Roberto

Il governo oggi in Cdm darà l'ok all'invio di mitragliatrici e missili anti aerei. Intanto per affrontare la questione energetica il ministro Di Maio vola in Algeria con l'ad di Eni Descalzi

Dopo la prima tranche di aiuti all'Ucraina impegnata nel conflitto con la Russia, il governo italiano è pronto a passare alla fase successiva: inviare nel paese sotto assedio armi e munizioni che gli consentano di resistere e di scacciare l'offensiva. Fa parte della strategia Nato, che nelle scorse ore aveva detto di voler "razzorzare il sostegno politico e pratico all'Ucraina". Il governo, nel pomeriggio, licenzierà un nuovo decreto con cui predisporrà una ulteriore consegna, direttamente alle forze armate ucraine: si tratta di missili anti aerei Stinger, missili anti carro Spike, mitragliatrici e munizioni. Il ponte aereo, ora che i collegamenti con la Russia sono stati interrotti, sarà proprio a carico dell'Alleanza atlantica. Si tratta, dunque, di un rafforzamento operativo da parte dell'Italia, che nell'immediato post invasione da parte di Putin si era limitata a una cessione a titolo gratuito di armi non letali (giubbotti, caschi in kevlar, metaldetector) per un totale di 12 milioni di euro.

    

Il passaggio successivo sarà la messa a disposizione per le operazioni della Nato di altri 4.000 militari, di cui 1.350, come scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, sarebbero già pronti a partire. Ma l'aiuto italiano andrà anche oltre: perché in queste ore si stanno moltiplicando gli attacchi informatici ai danni dei soggetti istituzionali ucraini più sensibili (tra cui anche enti governativi). Non c'è una formalizzazione dell'impegno italiano, ma la nostra intelligence ha già assicurato il massimo della collaborazione per prevenire questo tipo di attacchi. 

   

A ogni modo, il Cdm con cui questo pomeriggio Draghi licenzierà il nuovo piano d'aiuti verso l'Ucraina ha fatto di nuovo fibrillare la maggioranza. Perché ieri in televisione Matteo Salvini si era detto molto contrario all'ipotesi di armare l'esercito ucraino con soldi italiani ("non in mio nome"). Salvo poi correggere la rotta in serata, dando pieno mandato al premier. Una stonatura che è risaltata anche perché nel frattempo, dai banchi dell'opposizione, Giorgia Meloni sembrava ben più aderente alla linea del governo. Questa mattina, poi, il capogruppo alla Camera di FdI Francesco Lollobrigida in un'intervista al Corriere lo ha messo ancor più in chiaro: "Abbiamo sempre avuto un atteggiamento lineare e coerente in politica estera: sostegno alla Nazione nell’unità delle forze, per difendere gli interessi nazionali". Domani il presidente del Consiglio sarà nuovamente in Parlamento per delle nuove comunicazioni. Al termine delle quali ci sarà una votazione sulla mozione che le forze politiche stanno preparando in queste ore. Alla luce delle parole della destra, ci sia aspetta sia unica. 

   

Il nodo energia: Di Maio va ad Algeri con Descalzi (Eni)

L'ulteriore elemento su cui si concentrerà l'attenzione del governo nel Consiglio dei ministri odierno è l'utilizzo di fonti energetiche "alternative" per constrastare l'aumenti dei prezzi del gas. In sostanza: la riattivazione di alcune centrali a carbone per non dover dipendere dalla Russia nel mezzo di una crisi internazionale. Ed è proprio alla luce della partita energetica che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è partito questa mattina alla volta di Algeri, insiene all'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Obiettivo: intensificare il dialogo con le autorità algerine al fine di poter aumentare l'afflusso energetico dal paese nordafricano (in particolare attraverso il gasdotto Transmed). Si spiega per l'appunto così la presenza dell'ad di Eni, che nel paese recentemente ha sottoscritto un protocollo sulla transizione energetica con le maggiori aziende del settore. 

Di più su questi argomenti: