Massimiliano Fedriga (Ansa)

Editoriali

La Lega contro il partito delle regioni 

Redazione

La mossa di Giorgetti inceppa l’armonia tra Draghi e Fedriga sul Covid

La conferenza delle regioni è diventata un elemento istituzionale di stimolo e di equilibrio nella gestione della pandemia. Si è trattato di un processo graduale, visto che all’inizio sembrava prevalere una specie di gelosia per le competenze regionali, particolarmente estese nella sanità, ma man mano che la pandemia ha mostrato la sua pericolosità le regioni hanno interpretato le preoccupazioni dei cittadini, in modo sempre più concorde. L’autonomia è stata esercitata in modo responsabile, non rivendicativo come spesso era accaduto in passato, e questo ha fatto la differenza. Ciò è avvenuto contemporaneamente a una serie di rinnovi delle assemblee regionali, che ha determinato una prevalenza del centrodestra e soprattutto della Lega. Si poteva temere che questo cambiamento avrebbe prodotto tensioni, invece è accaduto il contrario. Da quando il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha assunto la presidenza della conferenza, lo spirito di collaborazione è stato rafforzato.

 

E’ un merito di Fedriga, che non si è fatto condizionare dalle tendenze scettiche esistenti nel suo partito, ma anche dell’attenzione costante del premier. Era lecito temere che Matteo Salvini avrebbe utilizzato Fedriga come grimaldello contro le scelte del governo sulla pandemia. E’ accaduto invece che Draghi ha trovato in Fedriga un alleato per stemperare gli oltranzismi del Carroccio.  E così, mentre al governo c’è una convergenza senza alleanza, tra le regioni si sta realizzando un legame, uno spirito di emulazione delle esperienze migliori, una ricerca costante di orientamenti comuni che assume il carattere di una specie di alleanza istituzionale. Per questo preoccupa quanto accaduto mercoledì, quando proprio il leghista Giorgetti ha contraddetto quanto richiesto, sul super green pass, dal leghista Fedriga: si rischia così di interrompere un processo che negli ultimi mesi ha garantito un certo ordine e una certa ragionevolezza nella gestione della pandemia tra Palazzo Chigi e le regioni.