Il caso

Patto della Farnesina: Di Maio assume l'ex portavoce di Raggi. Il ministro è il vero navigator del M5s

Il leader grillino continua a piazzare amici, compagni di scuola e pezzi di Movimento. Ma questa volta ha una strategia: costruire con l'ex sindaca un asse anti-Conte

Simone Canettieri

Teodoro Fulgione, per cinque anni il sindaco ombra di Roma, passa al ministero degli Esteri per occuparsi di Expo. Guadagnerà 90mila euro all'anno

E’ il patto della Farnesina. La dimostrazione di quanto Luigi Di Maio e Virginia Raggi siano in sintonia totale. E guardino insieme al futuro del M5s, magari anche in ottica “dopo Conte”. Il ministro  degli Esteri nei giorni scorsi ha “assunto” come consigliere per l’Expo Teodoro Fulgione, 47 anni, giornalista dell’Ansa in aspettativa, ma soprattutto portavoce di Raggi in Campidoglio per cinque anni.

A lungo  cronista parlamentare della prima agenzia di stampa italiana, Fulgione è stato il motore del comune di Roma. L’ombra discreta ma potentissima della grillina. Onnipresente, ma sempre di lato. Il primo a entrare a Palazzo Senatorio e l’ultimo ad andarsene la notte.  Odiato soprattutto da tutti gli ex assessori cambiati come calzini da Raggi.    E’ stato il sindaco ombra, ma anche  una specie di capo di gabinetto aggiuntivo per via delle doti politiche e decisionali che hanno permesso a Raggi di durare per tutto il mandato (nonostante i guai a grappoli) e addirittura  di essere in corsa fino alla fine per il bis.     
“Teo” è stato dunque una figura centrale per l’amministrazione della Capitale, l’unico in grado di tenere i rapporti con le mille tribù libiche che hanno animato il M5s in questi anni: da Alessandro Di Battista a Roberta Lombardi passando per Giuseppe Conte, Beppe Grillo e ovviamente Luigi Di Maio. E così per le  capacità, e  perché funzionale a un disegno, il titolare della Farnesina ha deciso di prenderlo nello staff (il compenso, non ancora pubblicato sul sito, dovrebbe aggirarsi intorno ai 90mila euro all’anno). 
 

Fulgione non si occuperà di comunicazione, ma appunto seguirà la partita più tecnico-politica legata alla candidatura di Roma all’Expo 2030. Si tratta d’altronde del lascito della giunta grillina a Roberto Gualtieri (Raggi da accordi segreti con il neo sindaco dovrebbe andare a presiedere la commissione di controllo che presto sarà istituita in Campidoglio). 

 

 

E alla fine dunque “dentro un altro: c’è posto”.  Di Maio si conferma ancora una volta il miglior navigator del M5s:  in grado di piazzare amici, compagni di liceo, compaesani di Pomigliano d’Arco e pedine del M5s. Nessuno insomma, rimane indietro. Altro che reddito di cittadinanza. Chi si ricorda, per esempio, di Paola Pisano? E’ stata ministra dell’Innovazione digitale in quota M5s con il Conte II in piena pandemia (di lei si ricorda la dimenticabile app Immuni per i tracciamenti dei contagiati da coronavirus). Saltata con l’arrivo di Draghi, la ministra è diventata consulente digitale per la Farnesina (stipendio: 50 mila euro fino al 31 dicembre).  La lista è lunghissima, per “Giggino a nomina”, come lo chiamano i contiani, in grado di costruirsi una rete trasversale ovunque. Anche al confine. Come non citare, d’altronde,  il mitico Giorgio Sorial, ex deputato e già vice capo di gabinetto di Di Maio al Mise, catapultato da No tav a presidente della Società traforo del Monte Bianco?
   

La mossa su Fulgione però è molto più interessante. Raggi e Di Maio fanno parte – con Roberto Fico – del comitato di garanzia del M5s. L’organo di controllo imposto da Beppe Grillo a Giuseppe Conte, quando  è diventato, dopo mille tensioni, presidente del Movimento (che da ieri è diventato un partito). La grillina al momento è una semplice consigliera comunale di opposizione. Ma continua a essere considerata nel mondo pentastellato una Madonna pellegrina (conta su Facebook una platea da un milione di seguaci).  Da quando è uscita di scena in Campidoglio, si è limitata seguire in silenzio il debutto di Gualtieri. Una strategia rotta la settimana scorsa da un’intervista al Corriere in versione leader nazionale, più che esponente politica locale. Di Maio e Grillo sono pronti a scommettere su di lei se l’esperimento di Conte non dovesse decollare. Magari prima delle elezioni oppure subito dopo. Nel frattempo, benvenuti in Paradiso. Anzi in Farnesina.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.