L'intervista

“Sì al green pass rafforzato. Draghi continui ad arginare il contagio”, dice Giovanni Toti

Marianna Rizzini

C'è un centrodestra che vuole "senza titubanza" procedere lungo la linea della responsabilità per "tenere aperto il paese" in sicurezza. E dentro Forza Italia si ribadisce la linea "senza ambiguità a favore dei vaccini". Parlano i governatori di Liguria e Calabria

Continuare con la linea seguita per arginare il contagio, consolidare il risultato, non concedere spazio ai no pass e neanche alle ambiguità, in un momento in cui il virus torna a spaventare l’Europa: c’è una parte del centrodestra che chiede questo al governo Draghi. E se l’appello del Foglio rivolto qualche giorno fa ai leader di partito – appello a sottoscrivere la frase “invitiamo ogni cittadino a vaccinarsi senza esitazioni: solo così si supera la pandemia” – è stato raccolto da Silvio Berlusconi ma non da Matteo Salvini e da Giorgia Meloni, dalla Liguria il governatore Giovanni Toti, confondatore di Coraggio Italia, si attesta sulla linea del “non si può cambiare strada ora”, anche a costo, se necessario, “di arrivare a una stretta sul green pass”.

 

Il presidente della Liguria Toti: "Sì al green pass rafforzato"

Dice Toti al Foglio: “Intanto possiamo dire che l’Italia appare, in Europa, come il paese che si è meglio preparato a questa quarta ondata. E questo dimostra l’efficacia dello strumento che abbiamo: il vaccino. Il virus corre, sì, come un anno fa, ma in terapia intensiva finiscono quasi esclusivamente non vaccinati o persone con co-morbidità importanti. Questi sono i fatti, anche se c’è chi sembra volersi ostinare a dire ‘io la penso così, peggio per la realtà’”. A questo punto, dice Toti, “è impensabile cambiare strada e tornare a politiche di chiusura, e proprio in un momento in cui la crescita è al 6 per cento e tanti imprenditori, commercianti, lavoratori ricominciano a pianificare il loro futuro dopo anni così difficili”. Questo significa, per il governatore della Liguria, “prevedere, se dovesse essere necessario, intanto un green pass a due velocità: ristretto ai soli vaccinati per le attività culturali e ricreative. Ma, in caso non fosse sufficiente, bisognerà ragionare anche in termini di un ulteriore passo: green pass ai soli vaccinati, punto”. Quanto all’obbligo vaccinale, Toti pensa sarebbe “necessario per dipendenti delle Rsa e per i lavoratori della Sanità, vista anche la parziale titubanza di fronte alla terza dose. E non si possono trattare vaccinati e non vaccinati allo stesso modo, imponendo eventuali restrizioni in modo indiscriminato”.

Il presidente della Calabria Occhiuto: "FI a favore dei vaccini senza ambiguità"

Dalla Calabria è sulla linea del non cambiare rotta anche il governatore Roberto Occhiuto: “Forza Italia è, senza alcuna ambiguità e senza alcuna titubanza, a favore dei vaccini”, dice al Foglio. “Lo dimostra anche il fatto che Silvio Berlusconi ha sottoscritto subito l’appello de ‘Il Foglio’ per invitare ogni cittadino a vaccinarsi senza esitazioni. Il green pass sta funzionando, ma al momento non mi sembra all’ordine del giorno l’introduzione di un super green pass per le attività ludiche. I numeri sono fortunatamente ancora sotto controllo, tutte le Regioni sono in zona bianca e le ospedalizzazioni sono al momento fisiologiche. Resta importante convincere i dubbiosi e proseguire a gran ritmo con le terze dosi. Semmai la situazione dovesse peggiorare, allora sì che un green pass valido solo per i vaccinati – per cinema, teatri, palestre, stadi, ristoranti, bar, ma anche per i trasporti, escludendo insomma solo il lavoro – potrebbe essere seriamente preso in considerazione. Chi, con senso di responsabilità, ha deciso di immunizzarsi non dovrebbe pagare il prezzo di nuove eventuali restrizioni che sarebbero causate dai comportamenti di coloro che inspiegabilmente non stanno dando retta alla scienza. Quindi: super green pass al momento no, ma sì se in futuro ci consentisse di tenere aperto il paese, mettendo i no vax di fronte alle loro contraddizioni”. (E il problema passa nel campo leghista). 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.