(foto Ansa)

editoriali

Non può esistere un Salvini pettinato

Redazione

Il leader della Lega affida la politica economica (e di governo) al solito Bagnai

Oggi Matteo Salvini ha presentato il piano economico della Lega e lo ha fatto alla Camera insieme a… Alberto Bagnai. E insomma è sempre lì che va a finire il segretario della Lega.  Giancarlo Giorgetti gli dice Ppe e lui risponde “il partito lo porto dove cazzo voglio io”, quello gli mostra la Merkel e lui se ne va a spasso con Bolsonaro o acchiappa qualche strano omaccione dell’est Europa (se non il dittatore della Corea del nord). E’ fatto così Salvini. Non c’è niente da fare. Non si guarisce da sé stessi. E alla fine viene da dire che questa sua incapacità di cambiare registro, questo suo eterno ripetersi nella stramberia estremista cominciano a diventare persino  cose apprezzabili.

Il segretario della Lega sa suonare una sola canzone e non finge di avere un vasto repertorio. E’ limitato. Punto. Non lo nasconde. Lui insomma è esattamente come appare, non recita, ed è in definitiva molto più onesto  di tanti altri leader che si imbellettano e fingono di essere ciò che non sono. Lui è come sembra: con l’aria di uno che ha dormito su una panchina. Ha i suoi limiti, probabilmente un giorno finirà esposto in qualche teca al museo di storia naturale dove gli scienziati della politica potranno studiare il suo osso occipitale per indagare il segreto della sua lineare, prevedibile, semplicità.  Non è in grado di fare altro: se c’è uno strambo lui lo coccola. Se c’è da ruttare qualcosa, lui non si tira mai indietro. E tutto ciò che agli altri appare logico, cartesiano e ordinato, lui lo rifugge.

Dunque oggi presentava le proposte economiche, da far avanzare all’interno del governo Draghi, con il noto Bagnai, uno che andava in piazza con gli anti green pass a urlare “Draghi dittatore”, che voleva stampare la lira come le banconote del Monopoly e pensava sul serio che uscire dall’euro fosse cosa semplice all’incirca come un prelievo al bancomat. Ma, come ben si vede,  non è Salvini che ha torto. Lui è limpido come uno specchio d’acqua pulita. Sbaglia invece chi pensa (e ha pensato) che possa essere diverso da così. 

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