(foto Ansa)

Il caso

Salvini accusa Lamorgese. Ma l'algerino arrestato a Cannes l'ha regolarizzato lui

Valerio Valentini

I leghisti chiedono le dimissioni del ministro dell'Interno per un permesso di soggiorno concesso all'attentatore di Cannes. Ma quel permesso risale all'ottobre 2018, quando al Viminale c'era il capo del Carroccio

Matteo Salvini è uomo tutto d’un pezzo. Lunedì scorso, non appena si è diffusa la notizia che un 37enne algerino aveva accoltellato due gendarmi a Cannes, non ha tentennato un istante: “Pare che abbia un permesso di soggiorno italiano. Chiediamo chiarezza immediata dal Viminale”. I suoi fedelissimi, come l’europarlamentare Alessandro Panza, sono arrivati a più sbrigative conclusioni: “Lamorgese dimettiti”. E forse stavolta i leghisti sono stati sfortunati. O forse c’è che a rinnovare la caccia alle streghe dinanzi a ogni increspatura di cronaca, si finisce fatalmente vittime delle proprie trappole.

Sta di fatto che se davvero il Viminale facesse chiarezza, una cosa emergerebbe nitida: e cioè che sì, Lakhdar B. aveva effettivamente un permesso italiano. Ce l’aveva perché era stato durante la permanenza di Salvini al Viminale, il 25 ottobre 2018, che gli fu concessa una carta di soggiorno a tempo indeterminato. Ed è con quel documento, tuttora valido nell’intera area Schengen, che ha potuto viaggiare tra Italia e Francia. E certo non fu un errore, quello del Viminale. Perché l’uomo non aveva precedenti penali né segnalazioni a suo carico.

Ma il cortocircuito nella retorica sovranista consente di constatare che, a voler strumentalizzare qualsiasi faccenda, si innesca una polemica da straccioni. Perché allora bisognerebbe ricordare che Lakhdar B., sbarcato in Sardegna nell’estate del 2008 e fatto oggetto di un provvedimento di allontanamento dal questore di Cagliari il 30 luglio di quell’anno, a ottobre viene trasferito in un Centro di accoglienza a Bari quando all’Interno c’è Roberto Maroni. E che il permesso di soggiorno per motivi di lavoro lo ottenne il 10 ottobre 2011, con quello stesso ministro leghista al Viminale. Fino, poi, alla regolarizzazione definitiva avvenuto durante il Conte I. E’ in forza di quel provvedimento che Lakhdar B. ha potuto oltrepassare tranquillamente la frontiera di Ventimiglia e presentare alle autorità transalpine, nei mesi scorsi, una domanda di residenza francese. Ebbene, ora che si è fatta chiarezza, chi si dimette?

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.