Gubitosa ai tempi della vicepresidenza dell'Avellino (Foto LaPresse - Gerardo Cafaro)

I conti del vice Conte

Lo strano caso di Gubitosa. Il vicecapo M5s, munifico con tutti ma in debito col partito

Valerio Valentini

L'uomo scelto da Conte come uno dei cinque vicepresidenti ha versato solo una delle due quote annuali dovute al Movimento. Per l'imbarazzo degli stretti collaboratori dell'Avvocato del popolo

Il sugo della storia è questo: che l’uomo che s’è incarico di mettere al bando i sabotatori “(Chi rema contro non verrà tollerato”), il pretoriano che vuole reprimere ogni tiepidezza verso il “nuovo corso” di Giuseppe Conte, nei confronti del M5s è in debito su quel che più conta: i soldi. Michele Gubitosa è in ritardo nel pagamento dei contributi da versare nelle casse del partito. Questo, almeno, secondo un dossier riservato che è in mano di pochi fedelissimi dell’avvocato del popolo, e che mostra un resoconto dei bonifici effettuati dai parlamentari aggiornato al 30 settembre.

 

Gubitosa, scelto da Conte come uno dei cinque vicepresidenti, ha versato solo una delle due quote dovute. Il 13 maggio dona 9.000 euro: anticipa, cioè, la quota da 1.000 euro al mese valida per l’intero anno (il conto corrente del “nuovo” M5s fu aperto ad aprile). Mancano però, almeno per ora, i 1.500 euro che mensilmente ciascun eletto deve versare su un conto parallelo, destinato a finanziare progetti di utilità sociale. Dimenticanza? Ritardo? Quel che è certo è che la pecca di Gubitosa, 41enne deputato irpino, provoca qualche imbarazzo nel giro dei visconti.

Tanto più che Gubitosa, imprenditore di successo – amministratore di quattro diverse società, consigliere in un altro paio, interessi in settori che vanno dall’Ict alle telecomunicazioni e all’editoria, già vicepresidente dell’Avellino calcio, affari in giro per l’Italia e pure in Albania – con la sua munificenza aveva saputo ingraziarsi prima Luigi Di Maio e poi Conte. E che non abbia problemi contabili lo dimostra anche la sua pagina Facebook, che in due anni e mezzo ha pagato oltre 52.000 euro per garantirsi visibilità (l’intero M5s nello stesso periodo ne ha spesi 61.000). E dunque: come mai questo ritardo?

C’è chi giura che è solo questione di tempo, perché si metta in regola. Carla Ruocco, per dire, il suo ammanco di 28 mila euro lo ha colmato il 14 settembre con quattro bonifici nello stesso giorno. Che, guarda caso, era quello che precedeva il voto per il Comitato di garanzia. A cui lei era candidata. Le andò male. A saperlo, forse…

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.