il colloquio

"Il coordinamento tra Lega e Forza Italia? Certo, nel nome di Draghi e del green pass". Parla Brunetta

Valerio Valentini

Il ministro della Pa accoglie con entusiasmo, e con sarcasmo, la proposta di Salvini. "Rafforzare il centrodestra di governo per noi di FI sarà facilissimo, visto che noi abbiamo sempre sostenuto lealmente il premier, senza andare a caccia di consensi. Su vaccini e sull'Europa, resteremo fedeli alla nostra linea. E il Carroccio?"

Commissariato, Renato Brunetta non ci si sente proprio. “Al contrario. Io sono felice”, esulta il ministro azzurro. E insomma, mentre Matteo Salvini annuncia che ha concordato col Cav. un nuovo metodo di coordinamento delle delegazioni di governo di Lega e Forza Italia, il responsabile della Pubblica amministrazione sorride: “Finalmente. Non vedo l’ora di cominciare”. Ma come? Riunioni settimanali in cui il leader del Carroccio indicherà la linea da seguire in Cdm: e Brunetta è contento? “Finalmente si imbocca una strada che è quella che io suggerii a Berlusconi già a giugno: non quella della federazione, ma quella di un coordinamento su tre fronti: a livello di partiti, di gruppi parlamentari, e di governo. E se anzi si fosse partiti prima, magari ci saremmo risparmiati perdite di tempo e inutili tensioni, come è accaduto sul green pass e sui vaccini”. 

E insomma proprio lui, quel Brunetta che mercoledì, nell’assemblea dei deputati azzurri, è stato il più risoluto nel prospettare un atto di rottura nei confronti di chi, nel suo partito, vorrebbe una  maggiore sintonia con le tesi sovraniste, ora si mostra niente affatto turbato dall’idea di doversi confrontare coi colleghi leghisti prima di entrare in Cdm. “Penso anzi – ragiona Brunetta – che proprio a livello ministeriale si è finora registrata una maggiore sintonia. Con Giancarlo Giorgetti direi che vado d’accordissimo, e anche con Massimo Garavaglia ed Erika Stefani”. Semmai, le divergenze si sono registrate altrove. “E’ sulla strategia dei partiti, e sull’atteggiamento dei vari gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, che mi pare di aver visto poca compattezza rispetto all’azione di governo”. 

Perché, per Brunetta, una cosa è chiara. Che lo sforzo per ottenere un maggior coordinamento tra le delegazioni ministeriali, l’idea insomma di rafforzare la compattezza del “centrodestra di governo”, come lo definisce lo stesso Salvini, non potrà che avvenire, in Cdm e fuori, in nome della lealtà a Mario Draghi. “Altrimenti che centrodestra di governo sarebbe?”. Ma anche in quest’ottica, il ministro si dice assolutamente fiducioso. “Certamente non sarà Forza Italia ad avere problemi, in questo percorso che porterà il centrodestra a ribadire la sua vicinanza al premier. Noi siamo sempre stati i più efficienti e i più leali. E, aggiungo, quelli meno opportunisti”. Nel senso, evidentemente, che le premesse necessarie all’adesione dei partiti di centrodestra a questo governo, Forza Italia le condivide da sempre e non le ha adottate nottetempo, per giustificare l’esigenza tattica di entrare in maggioranza e vedersi rischiarata dal riverbero di Draghi. E dunque, recuperando le dichiarazioni programmatiche del premier nel giorno del battesimo parlamentare del suo esecutivo, l’idea che “aderire a questo governo significa credere nell’irreversibilità della moneta unica e condividere la prospettiva di un’Unione europea sempre più integrata in cui i singoli paesi cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”, è per Brunetta, e come per lui anche per Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, un qualcosa di scontato: “E in politica estera, la linea del centrodestra di governo non può che essere quella del Ppe”, dice il ministro della Pa. 

E questa forse, per quanto cristallina, è una notazione meno banale. Almeno nel giorno in cui il Cav. vola a Bruxelles per omaggiare Angela Merkel, e Salvini per tutta risposta si confronta in videocollegamento con Marine Le Pen e ci tiene a far sapere che presto la incontrerà a Parigi. Ma del resto, durante la sua conferenza stampa al Parlamento europeo Berlusconi ha anche elogiato Luciana Lamorgese: “Penso che sia un ministro di questo governo, che noi sosteniamo tutti convintamente. Quindi, suggerisco sempre di astenersi da prese di contrasto con i singoli ministri”. E non era un caso di omonimia. Si riferiva proprio a quella  capa del Viminale che ogni giorno Salvini investe di improperi. Per dire come insomma ci sarà da lavorare, per trovare la concordia tra i tre ministri azzurri e i tre leghisti, alla vigilia del prossimo Cdm. Ma neanche qui Brunetta si scompone. “Non credo sarà un problema per noi di Forza Italia, che nel sostenere convintamente Draghi abbiamo sempre seguito la nostra cultura di governo, senza andare a caccia di consensi facili”.

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.