Il catasto della politica

Il seggio Lazio Uno è la Donnafugata del Pd: "A chi lo diamo?"

Per farla spicciola, c'è un seggio che per il Pd è l'unica certezza nel tempo. Viene passato tra consanguinei.

Carmelo Caruso

Se Gualtieri dovesse vincere le elezioni ritornerebbe vacante il seggio che fu di Gentiloni, il seggio Samarcanda, il seggio sicuro. La "residenza estiva" della sinistra

Ne sono già passati due. E’ molto probabile che ne debba arrivare un terzo. E’ l’unico luogo del mondo dove si vota non per eleggere qualcuno ma perché qualcuno è rimasto senza qualcosa. Quel qualcuno è sempre un “politico di razza”, una “riserva progressista”, un campione che “si è fatto notare in Europa”, “ah, uno così ce lo invidiano”. Detto più semplicemente uno bravo da tutelare, da proteggere: un panda del Pd. Stiamo parlando del seggio di Roma centro, Monti, Trevi, Testaccio, Trastevere e Prati, meglio detto “seggio uninominale Lazio 1”.

 

Conquistato alle scorse elezioni da Paolo Gentiloni. Abbandonato (e ci mancherebbe) per avvenuta promozione a commissario europeo con delega pesante e dunque, come si diceva, “Ci complimentiamo con Paolo che è diventato commissario europeo. Bravo Paolo! Bravo”. Seggio, addio! E’ stato rimesso in palio a marzo del 2020 e anche in quel caso proposto a tutti gli inoccupati del socialismo dove per socialismo si include quel che resta del M5s (“e se lo diamo a Giuseppe Conte?”). Per farla spicciola, c’è un seggio che per il Pd è l’unica certezza nel tempo. Viene passato tra consanguinei. E’ il patrimonio di nonna. Quando qualcuno ha velleità, quando un “quadro” del partito si è stancato del suo ruolo ecco che qual è la soluzione: “Ci sarebbe il seggio di Roma centro…”. Quando Roberto Gualtieri, il ministro del Recovery è stato licenziato “senza giusta causa” da Matteo Renzi, quando la fabbrica Conte-Casalino ha delocalizzato la propria attività, è stato facile risolvere la questione. Gualtieri è stato eletto con elezioni suppletive perché “tranquillo, lì vinci facile”. Poi si sa come è andata.

 

Si è candidato a sindaco di Roma, ed è in corsa al ballottaggio. Il Pd è convinto che possa farcela grazie a Carlo Calenda che è ritornato a essere un grande amico. Ma questo ci porta altrove. Potrebbe quindi tornare libero il seggio Lazio uno, questa Samarcanda, questo spazio dove l’uomo di sinistra è valorizzato, si abbronza. Dopo Gualtieri perché (pensano nel Pd) non offrirlo a Zingaretti? E rimane sempre Conte. Ma se proprio si vuole, per premiare la sua attività (ma anche per permettere di pensare un po’ meno) c’è il solito Goffredo Bettini. Tutto questo solo per dire che a Roma c’è un territorio, un seggio che sfugge al catasto. E’ come la Donnafugata del Gattopardo, la residenza estiva del principe Don Fabrizio. Arrivavano i garibaldini, la nobiltà decadeva, i regimi cambiavano ma a Donnafugata, e nel seggio Lazio Uno, nulla cambiava. Una sola preghiera da rivolgere al Pd. La prossima volta candidi almeno la bellissima Angelica.

 

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio