Tommasso Marrocchesi Marzi (screen da video YouTube)

l'intervista

“Sono un senese da contrada, faccio vini, parlo al centro moderato”, dice l'anti Letta

Luca Roberto

A Siena il segretario del Pd dovrà vedersela con Tommaso Marrocchesi Marzi, produttore vinicolo candidato della destra. "Rispetto alla sinistra, che ha dato prova di sciatteria, sappiamo essere pragmatici. La mia candidatura? Come un Chianti"

E’ lo sfidante di Letta o lo sfidato da Letta? “Sono partito per primo, dal 10 maggio. Almeno questo dovete riconoscermelo”. Se l’elezione suppletiva per il collegio di Siena ha preso una piega nazionale, l’alternativa al segretario del Pd è l’espressione più alta del concetto di local. Imprenditore vinicolo alla quinta generazione, 55 anni, senese di una delle 17 contrade della città (“non dico quale, le rappresento tutte. A dispetto di qualcun altro che viene da Pisa...”), Tommaso Marrocchesi Marzi è il candidato civico scelto dalla coalizione di centrodestra per provare a sfilare porzioni di territorio alla sinistra. “Letta sostiene che le destre abbiano preso troppo piede in Toscana. Si è chiesto il perché?  Evidentemente a Grosseto, Siena, Arezzo e Chianciano sono state in grado di intercettare un malessere, calandosi tra la gente e offrendo soluzioni pragmatiche”, ci racconta al telefono da Cortona, dov’è passato a salutare Matteo Salvini, “con cui ho un ottimo rapporto”.

Ha visto che nell’altro campo già litigano? Ne approfitterà per pescare voti tra i moderati? “Sono d’accordo con chi dice che le elezioni si vincono al centro. E per il centrodestra è più facile perché ha un approccio non ideologico, senza l’obbligo di dover trovare un equilibrio tra le varie correnti. Sono per formazione un liberal-democratico, il mio obiettivo è rivolto alla crescita economica del territorio, a ridurre il gap infrastrutturale. Le mie sono proposte concrete, sui temi, ma questo non significa che farò accordi con Renzi e Calenda, mi rivolgo a tutti gli elettori del collegio”.

Anche se c’è già chi nelle retrovie mugugna: questa è una grande occasione per il centrodestra, dicono alcuni interessati. Perché non virare su un candidato popolare come il sindaco di Siena De Mossi? “Ma no, sono solo schizzi di fango, come dite voi al Foglio. Le divisioni fanno parte del gioco, è la politica bellezza! Ma tutti i partiti mi stanno manifestando grande fiducia e sostegno”, risponde all’obiezione l’imprenditore. La sua famiglia è dal 1865 proprietaria della Tenuta di Bibbiano, nel comune di Castellina in Chianti (avremmo voluto astenerci dal calembour “Poderi di Bibbiano contro il partito di Bibbiano”, non ci siamo tenuti, abbiamo strappato un sorriso). I suoi cari le avranno fatto pesare la decisione di “scendere in campo”, no? “E invece il colloquio più difficile l’ho avuto con me stesso. Il mestiere del viticoltore obbliga a un processo di analisi nel dettaglio: chi fa vino deve saper notare e valorizzare la miglior uva del suo vigneto. Così voglio fare io con un territorio che in questi anni ha mostrato tutta la sciatteria delle amministrazioni di centrosinistra, di cui sono stato  elettore. Abbiamo l’obbligo di rendere questo territorio ancor più attraente, io non faccio altro che girarlo palmo a palmo. Magari non buco lo schermo, non ho eco a livello nazionale. Ma credo di essere la persona giusta per trovare una risposta alle istanze della gente”.  

Torniamo al dibattito nazionale. Come giudica questo incaponirsi sul green pass dei suoi alleati? “Ho fatto la seconda dose di vaccino da poco, credo che qualsiasi rivendicazione di libertà non vada disgiunta da un principio di responsabilità. E che ogni decisione debba essere supportata dall’evidenza scientifica. In questo l’indirizzo del governo Draghi mi piace molto”. Altro balzo nella sua città. Che futuro vede per Mps? “E’ importante che il nucleo centrale rimanga a Siena, uscendo da una dinamica in cui la banca è parte di un grande risiko politico. Qualsiasi ipotesi di smembramento sarebbe la morte di Mps, così come accaduto con l’Olivetti”. 

Quando l’abbiamo chiamata ha chiesto esplicitamente una domanda sui vini (“leggo e apprezzo il vostro Camillo Langone”). Quale sceglierebbe per descriversi? “Uno dei vini prodotti dall’uva sangiovese: Chianti, Brunello di Montalcino o Nobile di Montepulciano. Esprime freschezza, e io nonostante l’età mi sento nuovo. E poi regge alla prova del tempo, che è quello che dovrebbe saper fare la buona politica: lavorare bene per raccogliere i frutti nel medio e nel lungo termine”. 

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