Enrico Michetti (foto Ansa)

Michetti è pane per i denti di Orsina e Galli della Loggia

Giuliano Ferrara

Le stravaganze del candidato sindaco del centrodestra si attagliano perfettamente a quei prof. che intestavano a Meloni la rinascita della destra italiana (via Cassino College)

Non so come sia nata l’espressione “pane per i suoi denti”, ma si attaglia perfettamente ai professori Ernesto Galli della Loggia e Giovanni Orsina. Avevano appena finito di istruire la pratica della destra moderna, intestandola a Meloni leader e al suo baldante partito, ecco che arriva il pane e li colpisce proprio sui denti: l’avvocato Michetti, candidato a sindaco di Roma. Sostiene il candidato che Roma tornerà caput mundi, che il territorio è ricco di bacini lacustri, pianure e montagne, che lui si mette sul groppone l’eredità dei Cesari e dei grandi papi, che gli impiegati pubblici sono una manna, che lui rispetta i No vax, anzi è un po’ No vax un po’ vaccinato con tutta la famiglia, che farà ponti e anfiteatri invece di inutili piramidi, che il saluto romano è come si sa un segno di pace, e che si può diventare sindaco anche seguendo un suo corso sul tema tenuto al Cassino College.

     

       

Viva la faccia. Ironia della situazione a parte, se i romani votano come fecero con “Virgigna” è chiaro che Michetti è già sindaco, e che la promessa di una classe dirigente all’altezza delle sfide, rivendicata dai prof. e garantita da Meloni, è dietro l’angolo. Io sono Michetti: è il secondo volume della saga di successo “Io sono Giorgia”. Ci sarà da divertirsi, sintonizzati su Radio Radio, pensando alle virtù della società civile e delle liste civiche. C’è da sperare, almeno, che finisca la lagna su una destra nazionale italiana sempre alla ricerca di una sua identità radicata nei rigori culturali alla Prezzolini, nei voli elegiaco-politici di D’Annunzio e nelle escogitazioni romanzesche di Pitigrilli. Gli anni Trenta sono stati messi in salvo da una buona storiografia e da buone mostre, il rinverdimento della latinità e dei Cesari, folle di centurioni compresi, e tutti al Colosseo, ha per sé il destino e il futuro. Mussolini ha fatto anche cose buone, com’è noto, ma i suoi eredi nella nostra Repubblica si sono ridotti a cose ridicole.

      

Detto questo, per non perdere il buonumore, resta l’imbarazzo. Un ballottaggio Raggi-Michetti sarebbe strepitoso. Si spera in qualcosa di meno glamour. Fuori dell’area mattocchia Carlo Calenda sta facendo un buon lavoro di ricognizione, proposta e comunicazione, ma il suo posizionamento politico-elettorale è debole. Si aspetta con impazienza di capire se il teorico buon posizionamento di Roberto Gualtieri sarà suffragato da idee generali e qualche importante dettaglio di programma. Roma è curiosa. George Eliot, a metà Ottocento, scriveva delle “gigantesche rivelazioni disordinate di quella città imperiale”, che tanto affaticavano il puritanesimo svizzero della sua eroina a contatto con “ruderi e basiliche, palazzi e colossi situati in un presente squallido, dove tutto ciò che era vivo e pulsante sembrava immerso nella profonda degradazione di una superstizione ormai superata dalla riverenza” (“Middlemarch”). Non che sia cambiato molto del panorama capitale, e la superstizione è l’ultima a morire, ma ora è arrivata anche la destra moderna di Enrico Michetti. Pane per i denti dei prof. e di Roma stessa.
 

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.