i candidati per il campidoglio

Michetti: "Con me la Roma dei Cesari e dei grandi Papi". Matone: "Governeremo in due"

Salvini, Meloni e il centrodestra hanno sciolto la riserva sulla Capitale dopo mesi di stallo

Roberta Benvenuto e Simone Canettieri

Il tribuno torna a Radio Radio per le prime dichiarazioni da candidato sindaco ed è subito show. Il magistrato dovrebbe essere prosindaca ma mette le mani avanti: saremo come i due consoli dell'Antica Roma

Via Nicotera, quartiere Prati. Occhi lucidi. Enrico Michetti questa volta ha la cravatta giusta. Si è da poco esibito a Radio Radio in una diretta strepitosa. Un’anticipazione: “Voglio la  Roma dei grandi Cesari e dei grandi Papi, la Roma dei laghi, dei mari e delle pianure”.

 

Boom! Intercettato dal Foglio.it giura che con lui – e Simonetta Matone, la prosindaca che già non ci sta a passare da numero due – tornerà la “Roma Caput mundi”, città d’importanza “planetaria”.

 

E’ emozionato come un bambino. Da un paio d’ore Matteo Salvini, Giorgia Meloni e il resto del centrodestra gli hanno dato finalmente il via libera: vai, facci Tarzan. Gaetano Quagliariello prima di salire all’incontro dice: “Beh, dai andrà bene, non è mica un derby tra Roosevelt e Churchill”. E questa sensazione pervade comunque tutti. Però Michetti ce l’ha fatta e così con il tono del tribuno ci dice: “Credo che la cosa più importante sia pacificare. Abbiamo visto negli ultimi tempi scontri e odi”. Premessa: nel centrodestra sono tutti terrorizzati da quello che può dire Michetti. E sono pronti a mettergli intorno una cordone sanitario di spin doctor e addetti stampa. Il prof è un tipo che non si tiene. Fino a poco tempo fa dava consigli per uscire dall’Unione europea e dall’euro (“la donna infedele vive nel rimorso, ma quella fedele vive nel rimpianto”) e sproloquiava contro i vaccini (“sono come il doping: le persone non sono vacche”), salvo poi farsi il vaccino. Poi gli hanno detto: senti prof, stai buono, per favore, non parlare. E così è stato. Tre settimane di mutismo. In cui ha congelato anche le rubriche corsare a Radio Radio. Ma adesso è fatta. Quindi l’emittente romana riaccende il microfono a Michetti per le prime dichiarazioni in esclusiva: “Ho sentito la città che mi fermava, come si fa a dire di no a Roma? Da città eterna le restituirò il ruolo di Caput mundi, voglio spolverare questa città e riportarla agli antichi fasti”. E qui inizia uno slancio politico-storico-progammatico del candidato del centrodestra. Eccolo: “Riporterò Roma a essere la città dei Cesari, dei grandi papi, della cultura, della scienza, e questo ruolo Roma ce l’ha perché sta nell’humus della città eterna”. Altro che gentifricazione, nell’atlante del prof c’è il contorno: “Noi abbiamo il mare, bello. La montagna, la pianura, i bacini lacustri. Dobbiamo pensare a un’area vasta in cui i comuni intorno sono nostri fratelli. Ci sarà un trionfo di gente che ci visiterà”. E le periferie? “Avranno dignità! Porteremo gioia ed entusiasmo”.

 

Con queste premesse, ecco lo spirito che tutti gli abitanti della Capitale dovranno avere: “Vorrei che ogni cittadino si sentisse come San Paolo folgorato sulla via di Damasco quando all’altissimo disse: civis romanus sum. Viviamo sull’humus su cui c’è il tesoro più grande dell’umanità per la gioia di tutti gli abitanti del pianeta”. L’intervento dura sette minuti e rimbalza nelle chat di tutti i parlamentari del centrodestra. Mani tra i capelli. Agenzia di comunicazione convocate: “Prendeteloooo!”.

 

Adesso bisogna capire cosa ne pensa Simonetta Matone, magistrato di lungo corso e vip di Porta a Porta. Dovrebbe essere la vice di Michetti, la prosindaca. Chi le sta vicino già mette le mani avanti, precisa: “Nessuna diminutio, saranno come i due consoli dell’antica Roma, insieme sceglieranno le deleghe, non sarà  la numero due del prof”. Non è neppure cominciata, ma è già è una bella commedia: ajo, ojo e Campidoglio. Domani la presentazione.