(foto Ansa)

editoriali

Lo strano rapporto tra destra e vaccini

Redazione

Lega e Fdi per le riaperture ma contro l’obbligo vaccinale per i sanitari

Lega e Fratelli d’Italia continuano ad avere un rapporto tormentato con i vaccini. Nella giornata di ieri, infatti, alcuni deputati dei due partiti che si contendono l’elettorato di destra hanno presentato alcuni emendamenti con i quali si puntava a eliminare l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Le proposte di modifica sono state respinte dalla Camera. Ma il messaggio politico resta. Lega e FdI sono i partiti che più di tutti hanno spinto verso riaperture indiscriminate e un rapido ritorno alla “normalità”, anche in periodi in cui il quadro epidemiologico suggeriva maggiore cautela. Ma le riaperture e il ritorno alla “normalità”  non si possono avere – o meglio, non si possono avere in condizioni di sicurezza – senza i vaccini e, più in particolare, senza un’estesa e rapida campagna vaccinale che veda l’adesione di un’elevata percentuale di cittadini. A cominciare, ovviamente, come prevede il piano strategico,  proprio dagli operatori sanitari. Questo perché il primo obiettivo delle campagne, ovunque nel mondo, è rendere gli ospedali  e le strutture sanitarie “Covid free”. E per una ragione molto semplice: non è plausibile immaginare che persone bisognose di assistenza sanitaria debbano rischiare di rimanere contagiate recandosi in ospedale.

Garantire a tutti i cittadini cure in sicurezza rappresenta un dovere per il legislatore nazionale, previsto dall’articolo 32 della Costituzione, e un obbligo deontologico per i medici. Ma anche per una banale questione di “buon senso”, quello che a destra evocano sempre: come può lo stato consentire che ad assistere anziani e fragili siano infermieri e medici non vaccinati quando, contemporaneamente, impedisce ai familiari di avvicinarsi? Come si fa a volere le riaperture senza fare in modo che tutti, ma soprattutto i sanitari, si vaccinino? Che la destra  corra dietro a ogni protesta di piazza pur di cavalcare il malcontento e racimolare voti, lanciando un messaggio di vicinanza verso quella minoranza rumorosa no vax, è un segnale preoccupante per un paese che, a causa del virus, ha visto spegnersi oltre 125 mila vite in poco più di un anno.

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