Convegni proibiti causa Covid? E allora Raggi si inventa una mini conferenza stampa per celebrarsi

Simone Canettieri

All'Auditorium la sindaca parla di fronte ai vertici delle principali società pubbliche. Il problema? Ai giornalisti vengono concessi pochi minuti alla fine per fare le domande

Non è un convegno, dicono gli organizzatori. Perché in effetti per convegni, congressi e fiere bisogna aspettare il 15 giugno. Oggi sono proibiti per legge. Così ha stabilito il governo le norme anti-Covid. Allora cos'è questo evento all'Auditorium in cui Virginia Raggi (con il ministro Luigi Di Maio) illustra la Roma smart city del 2030? Nella cavea dell'Auditorium seduti ben distanziati ci sono i vertici delle principali società pubbliche e private della Capitale (Acea, Terna, Enel, Aeroporti). Oltre cinquanta persone. Sul palco anche la giornalista di Sky Daria Paoletti. Sopra al secondo piano, gli altri giornalisti. Ecco, l'escamotage trovato per celebrare la potenza di Raggi è proprio questa: organizzare un grande convegno facendolo passare per una conferenza stampa. Solo che dopo gli interventi degli ospiti ai giornalisti sono concessi solo pochi minuti per fare qualche domanda. Peccato che i giornalisti si contino sulla dita di una mano e quindi è tutto molto veloce e smart, come la Roma 2030 immaginata dalla Raggi. 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.